"Il coraggio dell'ambasciatrice", di Francesca Caferri
La mia eroina di questa settimana si chiama Mervat Tallawy. Siete autorizzati a non sapere chi sia, perché neanche io lo sapevo qualche giorno fa. Ma quello che ha fatto mi piacerebbe raccontarvelo. La signora Tallawy occupa un posto di prestigio: ambasciatore, qualche giorno fa ha guidato la delegazione egiziana alla conferenza delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, dalla quale è uscito un documento firmato da 131 paesi che enuncia i principi a cui le nazioni firmatarie dovranno ispirarsi. A leggerli così, non sembrerebbero contenere nulla di rivoluzionario: il testo afferma che religione, tradizioni e costumi non devono essere usati come una scusa per minare l’obbligo dei governi a contrastare la violenza, sottolinea la “piena eguaglianza nel matrimonio” fra uomini e donne, propone “la cancellazione della richiesta di consenso da parte del marito per quanto riguarda viaggi, lavoro e uso del contraccettivo” e riconosce “alla moglie il diritto di denunciare il marito per stupro o aggressione sessuale”. Non è vincolante e dunque, come tante altre carte siglate alle Nazioni Unite, ha più un …