L’Aie, Associazione italiana editori, alza ulteriormente il tiro contro il decreto ministeriale che dispone di adottare dall’anno scolastico 2014-2015 solo libri nella versione digitale o mista. Una nota dell’associazione definisce il provvedimento “dannoso e inapplicabile” perché non tiene conto della “insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, WiFi, dotazioni tecnologiche…), rappresentata, con dati e confronti molto eloquenti, poche settimane fa dall’indagine dell’Ocse” e ignora le “pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie, sulle quali si vogliono far ricadere i costi di acquisto delle attrezzature tecnologiche (pc, portatili, tablet…), quelli della loro manutenzione e quelli di connessione, che nelle altre esperienze europee e degli altri paesi a ovest e a est dell’Europa sono solitamente affrontate con consistenti finanziamenti pubblici”.
Ben diverso il punto di vista del titolare di viale Trastevere, riflesso nel decreto, secondo cui nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata ai tetti di spesa arriverebbe al 30% e i risparmi ottenuti potrebbero essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili).
A parere degli editori invece le intenzioni del Ministero “sembrano frutto della sola determinazione di voler favorire l’acquisto di tablet e pc e non poggiano su alcuna seria e documentata validazione di carattere pedagogico e culturale”, né tengono conto delle “possibili ricadute sulla salute di bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di devices tecnologici”.
Secca la replica del ministro Profumo, che sulla necessità di innovare non ha dubbi. “Pensare che tutto debba essere messo a disposizione dalla scuola è utopia, serve invece un lavoro di squadra. Insomma se uno studente ha un tablet lo porti pure a scuola, come fosse un libro, e lo usi per studiare” aveva detto alcuni giorni fa. E difende il decreto contestato: “Grazie a questi provvedimenti gli studenti avranno la possibilità di utilizzare anche a scuola, e per obiettivi didattici, strumenti che già utilizzano diffusamente a casa, migliorando il livello delle competenze digitali dell’intera popolazione italiana”.
La maggiore incognita che grava sulla concreta attuazione del decreto nei tempi previsti appare peraltro quella relativa alla formazione dei docenti: un’operazione che dovrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di insegnanti già nell’anno scolastico 2013-2014, e che richiederebbe una azione sinergica tra Ministero e case editrici.
da TUttoscuola 28.03.13
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