Mentre l’Italia taglia alla scuola pubblica, prelevando risorse quasi fosse un bancomat – come potete leggere in sintesi in questo articolo https://preview.critara.com/manughihtml/?p=41284 – in Emilia abbiamo affrontato il terremoto a partire dall’investimento nell’istruzione e in nuove scuole. È una differenza di scelte che non può passare inosservata e che dimostra che la buona politica esiste già. Ne stiamo discutendo a Mirandola al convegno “La scuola prima di tutto” Ricomporre le ragioni dello stare insieme a partire dalla scuola: questo è stato l`obiettivo dopo la tragedia del terremoto. In queste poche parole si racchiude il senso di quanto abbiamo fatto per ripartire. Ce lo riconoscono anche coloro i quali non mancano – giustamente – di ricordarci quanto ancora non va nella ricostruzione ( a partire dalle difficoltà nell’erogazione dei contributi per gli edifici privati e produttivi): leggere ieri questo articolo dal Sole 24 ore https://preview.critara.com/manughihtml/?p=41273 ci ha inorgoglito e ci ha dato la conferma che iniziare dalla scuola è stato il passo giusto per intraprendere il lungo cammino della ricostruzione.
Siamo consapevoli che il nostro percorso sarà disseminato di difficoltà, perché le ferite lasciate dal sisma sono molto profonde: manifestate dalle rovine delle strutture materiali, dalle imprese che non riescono a ripartire, dalle comunità che hanno perso i luoghi storici di socializzazione e dalle crepe, tanto invisibili quanto deleterie, che rendono fragile l’intimo delle persone, il loro benessere psicofisico. E l’investimento nella scuola (e nei luoghi della conoscenza: domenica ha inaugurato la nuova Bilioteca di Cavezzo) ha per noi il valore di una “buona medicina” per curare tutti i mali portati dal terremoto.
Pubblicato il 23 Marzo 2013
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