C’è un perché spesso taciuto dietro alla capacità delle 66mila aziende dell’area terremotata, e dei loro 270mila addetti, di tornare subito al lavoro, finite le scosse e le vacanze estive: tutti i bambini sono tornati a scuola lo scorso 17 settembre, anche se i vecchi edifici non c’erano più. Ben 570 istituti inagibili, ma nessun banco mancante a tre mesi dal sisma per i 70mila alunni terremotati, un piccolo miracolo della laboriosa Emilia su cui più volte l’economista Patrizio Bianchi – chiamato tre anni fa a guidare l’assessorato regionale alla Formazione, lavoro e ricerca – ha puntato l’indice. E che domani sarà protagonista due volte nel cratere.
A Medolla si inaugura il nuovo polo scolastico per l’infanzia (nido e materna) del comune, una struttura realizzata attraverso una donazione della Onlus “Rock no War!” che ha intermediato la solidarietà di privati, aziende ed enti pubblici. E la generosità è stata tale che si è potuta realizzare non solo la scuola per l’infanzia 3-6 anni inizialmente prevista ma un grosso plesso in grado di accogliere anche i bambini da zero a tre anni. Una manciata di chilometri più a nord, sempre nel cuore del distretto biomedicale e sempre domani, arriverà il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per una giornata di riflessione dedicata a “La scuola prima di tutto”. «L’estate scorsa l’Emilia è diventata un laboratorio di sperimentazione – ricorda l’assessore Bianchi – di tutte le tecnologie disponibili per la costruzione di scuole sicure, innovative e sostenibili. Ma non solo, nell’emergenza il meccanismo istituzionale qui non si è rotto, anzi ne è uscito rafforzato. Il terremoto ci ha insegnato che è proprio nei momenti più critici che occorre dotarsi di una visione più ampia».
Una visione che ha portato l’Emilia-Romagna a mettere sul piatto, subito dopo il sisma, un Pos-Programma operativo scuole da 224 milioni di euro per riparare immediatamente 300 strutture e costruire edifici scolastici temporanei lì dove non si potevano riaprire gli istituti entro settembre. In tre mesi sulle macerie sono spuntate scuole «funzionali, economiche, tutte in classe A, con spazi adeguati alla nuova didattica», precisa Bianchi. Una sperimentazione di modi nuovi non solo di costruire ma anche di insegnare di cui l’Emilia, ancora una volta, è pioniere nel Paese.
Il Sole 24 Ore 22.03.13