Sono 490mila i lavoratori in cassa integrazione a zero ore, e per loro il taglio del reddito quest’anno è di circa 650 milioni di euro, il che equivale a circa 1.300 euro per ogni singolo lavoratore. E stiamo parlando solo della cassa a zero ore, quando cioè il dipendente non lavora affatto. Poi, c’è il ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (4 settimane): in questo caso sono coinvolti 977.150 lavoratori. Tra i settori in cui se ne fa maggiore ricorso, al primo posto si conferma ancora una volta la meccanica, seguono il commercio e l’edilizia. Sono i numeri elaborati sulle rilevazioni Inps dall’Osservatorio Cig della Cgil nel rapporto di febbraio. Che riportano l’attenzione sull’emergenza lavoro, sulla perdita di potere d’acquisto e sull’esclusione sociale. Come ha ricordato la segretaria della Cgil Susanna Camusso ancora l’altro giorno: «Mi auguro un governo di cambiamento che si occupi di lavoro come del fondamento della politica economica. Le mere politiche di austerity non risolvono i problemi». I dati derivano dal ricorso alla cassa integrazione guadagni a febbraio che, seppure in netto calo rispetto al mese precedente (79.200.718 ore il totale dello scorso mese per un -10,88% su gennaio), è però in forte aumento da inizio anno sullo stesso periodo del 2012: 168.069.718 per un +22,71%. Il rapporto della Cgil segnala come a partire da gennaio 2009 e fino ad oggi, le ore di cassa integrazione autorizzate siano state stabilmente intorno agli 80 milioni per mese. Elena Lattuada, segretaria confederale Cgil, parla di «deperimento del tessuto produttivo» e di «progressivo processo di deindustrializzazione del Paese », mentre si augura che il prossimo governo proceda con interventi straordinari, «altrimenti il conflitto sociale e i livelli di povertà diventeranno insostenibili ». «Centinaia di migliaia di lavoratori – continua – si trovano in una condizione di grandissima sofferenza, acuita dalle complicazioni e dai mancati pagamenti della cassa integrazione in deroga che vanno assolutamente risolti e superati ». Un problema, questo, che rischia di scoppiare a breve, visto che con i soldi stanziati finora si può arrivare al massimo a maggio. E che la ministra Fornero continua a dichiarare che di risorse cui attingere non ce n’è. IL NODO FINANZIAMENTI Nel dettaglio dell’analisi la Cgil rileva come la cassa integrazione ordinaria (cigo) aumenti a febbraio sul mese precedente, per un totale pari a 32.347.693 di ore e un +4,73% su gennaio. Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 63.234.852 di ore per un +39,14% sui primi due mesi del 2012. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda lo scorso mese, è stata di 38.802.867, in calo su gennaio del 7,96%, mentre il dato da inizio 2013, pari a 80.963.469 ore autorizzate, segna un +71,66% sul periodo gennaio-febbraio dello scorso anno. La cassa integrazione in deroga (cigd) ha registrato a febbraio un drastico calo sul mese precedente, -49,12% per 8.050.158 ore richieste. Tra gennaio e febbraio di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, la riduzione della cigd è stata del 46,18% per un totale di 23.871.397. Ma il dato in realtà è deprimente: se la cassa in deroga cala, è solo perché non viene autorizzata, vista appunto la mancanza di soldi per finanziarla. Nel frattempo, è cresciuto a febbraio il numero di aziende che hanno fatto ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio sono state 986 per un +19,66% sullo stesso periodo del 2012 e riguardano 1.792 unità aziendali (+14,29% sull’anno passato). Nello specifico si registra un forte aumento dei ricorsi per crisi aziendale (557 decreti, +24,61%) che rappresentano il 56,49% del totale. Diminuiscono invece le domande di ristrutturazione aziendale (29 in totale da inizio anno per un -30,95% sullo stesso periodo del 2012) e quelle di riorganizzazione aziendale (31, -32,61%). Sottolinea lo studio della Cgil che «gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire e rappresentano solo il 6,09% del totale dei decreti. Un segnale evidente del processo di deindustrializzazione in atto». Le regioni del Nord si segnalano ancora una volta per il ricorso più alto alla cassa. Al primo posto la Lombardia, con 41.769.479 ore che corrispondono a 121.423 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni a zero ore). Seguono il Piemonte (64.737 lavoratori) e il Veneto (44.554 persone). Nel Centro primeggia il Lazio (32.538 lavoratori), nel Sud la Campania (33.854 lavoratori).
L’Unità 17.03.13