Giorno: 15 Marzo 2013

"La scuola del M5S", di Girolamo De Michele

Cosa succederebbe nel mondo della scuola se i programmi di Grillo e del M5S venissero realizzati? Facciamo un esperimento mentale, al netto delle contraddizioni interne, per cogliere i potenziali o reali strati di consenso ai quali il M5S punta. Il programma del M5S, alla voce “Istruzione”, prevede in sintesi: abolizione della legge Gelmini, abolizione dei finanziamenti alla scuola privata, abolizione del valore legale del titolo di studio, restituzione alla scuola pubblica degli 8 miliardi tagliati, didattica a distanza (e-learning), più internet per tutti, valutazione degli insegnanti da parte degli studenti. A questo Grillo, nel post “Gli italiani non votano mai a caso” del 26 febbraio [ qui] aggiunge la proposta di abolire stipendi ai pubblici dipendenti sostituendoli con un reddito di cittadinanza (oscillante, stando a quanto dichiarato in campagna elettorale, tra 800-1.000 € al mese): Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo …

Europa divisa sull’austerità «Rischio di rivolta sociale», di Marco Mongiello

Per far ripartire l’economia l’Unione europea deve autorizzare a calcolare fuori dai vincoli del Patto di Stabilità su deficit e debito gli investimenti produttivi e il saldo dei debiti della pubblica amministrazione con le imprese. È con questa richiesta che il premier Mario Monti, al suo ultimo vertice europeo, è arrivato ieri a Bruxelles per cercare di far breccia nel muro del rigore di bilancio, aiutato anche dal clima di protesta. Mentre nell’edificio del Consiglio i ventisette capi di Stato e di governo dell’Ue discutevano del pessimo stato dell’economia, fuori oltre 15 mila manifestanti convocati dalla Confederazione dei sindacati europei (Ces) gridavano slogan contro l’austerità. Un centinaio ha anche occupato un edificio del dipartimento economico della Commissione ed è dovuta intervenire la polizia per convincerli ad uscire. C’è il rischio di una «rivolta sociale», ha ammonito il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker. ALLARME PIAZZE E URNE Più della piazza però ad allarmare i leader europei sono le urne. Al vertice dei conservatori, che ha preceduto il summit, Monti ha raccontato la debacle della campagna elettorale italiana. …

L'economia verde per lo sviluppo sostenibile. 8 punti per un Governo di cambiamento

La green economy è il volano per uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile del Paese e può rappresentare una grande occasione per rilanciare l’occupazione (green jobs). Soltanto la green economy, inoltre, consente di coniugare, in una logica di solidarietà tra le generazioni, gli interventi di stimolo alla produzione ecosostenibile con la necessaria salvaguardia delle risorse ambientali del Paese. Uno dei macrosettori della green economy sui quali concentrare le iniziative di un nuovo Governo di cambiamento è quello dell’energia, nel cui ambito è possibile indicare fin d’ora, in linea con le priorità individuate dalle istituzioni comunitarie con il programma Europa 2020 e intensificando l’impegno nella lotta contro i mutamenti climatici, alcune linee di azione che consentirebbero una partenza in tempi rapidi, anche attraverso il ricorso a sussidi finanziari nazionali e comunitari, e con un significativo e pressoché immediato ritorno stimato in termini occupazionali. – Con riferimento all’ambiente le linee di intervento della futura azione di governo possono essere tracciate come segue. Il recupero del territorio Lotta a ogni condono. Sono stati presentati disegni di legge dal Partito …

"I comuni in piazza: sbloccare i fondi o moriamo", di Bianca Di Giovanni

Nove miliardi da sbloccare subito, altrimenti si autorizzeranno tutti i pagamenti rimasti in sospeso. Con uno sforamento senza precedenti del Patto di stabilità interno. È questa in soldoni la richiesta dell’Anci, che ha indetto per il 21 una manifestazione di protesta a Roma. La questione è quella dell’ormai insostenibile rinvio dei pagamenti per lavori già fatti, che non si possono onorare per non sforare i parametri di bilancio, anche nel caso in cui si abbiano le casse piene. Tutti i tentativi per aggredire la montagna di debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni (si parla di circa 40 miliardi complessivi per i soli Comuni) finora sono falliti miseramente. Il sistema dello sconto dei debiti attraverso le banche ha risolto esposizioni per appena 3 milioni: nulla. Intanto le aziende chiudono, i lavoratori perdono il posto, la questione sociale irrompe su una scena già drammatica. E le amministrazioni locali sono in prima linea, come testimoniano gli ultimi episodi di Perugia e di Bari. I sindaci si riuniranno il 21 al cinema Capranica di Roma. «Abbiamo chiesto e ottenuto – …

"Perché le agenzie di rating sono come le logge", di Mario Lettieri e Paolo Raimondi

È incredibile assistere ancora una volta all’immediata genuflessione dell’intero mondo politico, economico e massmediatico del paese dinanzi alle “sentenze” delle agenzie di rating. Questa volta è avvenuto dopo che la Fitch, la più piccola delle “tre sorelle”, ha declassato l’Italia da A- a BBB+. Appena tre tacche sopra il livello di “spazzatura”! Perché il messaggio fosse chiaro e subito recepito, Fitch ha aggiunto anche un “outlook negativo”, cioè una prospettiva di futuro peggioramento. Le motivazioni del declassamento non ci sembrano davvero profonde. Sono le seguenti: «Il risultato inconcludente delle elezioni rende improbabile che l’Italia possa avere un governo stabile nelle prossime settimane. La crescente incertezza politica e il rallentamento delle riforme strutturali costituiscono un ulteriore choc negativo per l’economia reale nel mezzo di una profonda recessione». Si prevede una probabile contrazione di 1,8% del Pil e l’aumento del debito pubblico al 130% nel 2013. Fitch afferma che «un governo debole sarebbe più lento e meno capace di rispondere a choc economici interni ed esterni». Le considerazioni di Fitch sono purtroppo quelle che un qualsiasi cittadino …

“La disoccupazione aumenterà ancora", di Tonia Mastrobuoni

Una delle regole d’oro dei banchieri centrali della Bce è che prima di riunirsi per discutere dei tassi, ogni primo giovedì del mese, tengono la bocca ben chiusa sulle mosse che riguardano il costo del denaro. «We never pre-commit», non ci impegniamo ex ante, ripete Mario Draghi come un automa ad ogni giornalista che prova a chiedergli se abbasserà i tassi. Ma c’è chi ama invece giocare d’anticipo, e in genere sono i «falchi», gli esponenti delle banche centrali dei paesi del nord. Così, il governatore della Banca centrale austriaca Nowotny ha fatto sapere ieri che «non è opportuno impiegare misure relative ai tassi di interesse», pur riconoscendo che «la situazione attuale della crescita è insoddisfacente». Insomma, niente calo dei tassi, fosse per l’austriaco. Eppure, guardando anche ai dati diffusi ieri dal bollettino mensile della Banca centrale europea diffuso ieri, la pessima costellazione di dati sembrerebbe favorire un alleggerimento del costo del denaro. L’economia peggiora, anche se la Bce resta dell’idea che nella seconda metà dell’anno ricomincerà la ripresa, e l’inflazione continua a scendere. Come …