"Così, davanti al supermercato, ho visto crescere una rivoluzione", di Michele Nicoletti
Chiunque abbia fatto la campagna elettorale volantinando fuori dai supermercati là dove hai modo di incontrare lo spaccato del Paese reale e non una sua fetta che ti scegli a piacimento perché a fare la spesa ci vanno tutti si è reso facilmente conto che era arrivato il dies irae, il giorno dell’ira e della punizione divina. «Fate campagna elettorale con i soldi nostri» dicevano i pensionati. «I soldi per pagarvi i volantini lo Stato ve li dà, a noi non dà i soldi per comprarci il pane. È giustizia questa? È uguaglianza di trattamento?» Agli imprenditori piaceva l’idea di sbloccare i crediti che le imprese vantano nei confronti dello Stato, ma la musica era la stessa: «Non ci importa quanto siete pagati, ma perché i vostri crediti non si bloccano mai? Perché ogni mese arrivano puntualmente i pagamenti delle indennità, dei costi per i gruppi consiliari, dei rimborsi elettorali e i pagamenti alle imprese non arrivano mai? Bloccate i finanziamenti ai partiti fino a che non avrete sbloccato i crediti alle imprese, così sarete …