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"Napoli, in fiamme la «Città della Scienza». Brucia il museo interattivo: danni ingenti", da corriere.it

Sono quattro i capannoni completamente bruciati a Città della Scienza a Napoli, il museo interattivo considerato tra i gioielli culturali della città. In totale i capannoni del complesso sono sei. L’intera area è stata posta sotto sequestro dalla magistratura. Secondo quanto riferiscono i vigili del fuoco, all’arrivo delle squadre lunedì sera le fiamme erano già completamente estese su tutta la parte museale, dal lato del mare, eccezione fatta per il teatro. Martedì mattina sono arrivati sul posto la polizia Scientifica e il nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco.

Il vasto fronte di fuoco, lungo più di un centinaio di metri, ha devastato la struttura di fronte a Bagnoli. Fortunatamente il lunedì, durante i mesi invernali, la struttura è chiusa al pubblico e quindi le autorità almeno per il momento ritengono che il rogo non abbia coinvolto persone. QUATTRO CAPANNONI – Lunga e difficile l’opera di spegnimento per i vigili del fuoco, intervenuti con almeno cinque mezzi. Nell’area del polo divulgativo scientifico campano sono rimasti in piedi soltanto i muri perimetrali, mentre l’interno dei padiglioni è devastato. Le testimonianze riferiscono di un’estensione rapidissima dell’incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili. Il custode ha raccontato di aver visto una colonna di fumo, e di aver dato subito l’allarme: ma in pochi minuti il fuoco ha divorato i padiglioni dall’interno, diventando indomabile.

LA STORIA – La «Città della Scienza», nata dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis, ha una media di 350 mila visitatori l’anno. Oltre al museo interattivo, ospita un planetario, un centro congressi, un centro di alta formazione e un’area per mostre d’arte. Sorge in via Coroglio, di fronte al mare di Bagnoli, nell’area dell’ex Italsider e proprio per questo è tra i luoghi-simbolo dei progetti di bonifica e rinascita dell’area industriale. In una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese.
I DIPENDENTI – Fuori del museo sono accorsi quasi tutti i 160 dipendenti, angosciati anche per il loro futuro occupazionale. Con loro i tanti che lavoravano nell’indotto creato dal museo. L’area distrutta dalle fiamme è stimata in 10-12 mila metri quadrati, praticamente l’intero centro, a eccezione del «teatro delle Nuvole», un corpo separato che ospitava rappresentazioni.

www.corriere.it

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“Ricominciare dalla Città della Scienza”, di Marco Cattaneo

Sono più di due ore ormai che fisso sgomento le foto sempre più ravvicinate, sempre più desolate di ciò che rimane della Città della Scienza di Napoli.
E ancora adesso continuo disperatamente a cliccare sul link di google per rimandarvi al sito, ma deve essere andato in fiamme anche il server.

Erano le 23 quando ho visto di sfuggita la prima notizia, che annunciava l’apocalisse nelle 140 battute di un tweet. Erano appena uscite le prime agenzie. Luigi Amodio, direttore della Città della Scienza, era quasi senza parole al telefono, mentre osservava un simbolo della speranza di riscatto di Napoli andare in fumo sotto i suoi occhi. Perché Luigi abita a pochi passi da lì, e ci ha messo cinque minuti ad arrivare quando, intorno alle 22, le fiamme hanno avvolto in un amen i capannoni dell’ex complesso Italsider di Bagnoli dove sorgeva uno dei più visionari poli museali italiani.

Non ho nemmeno le parole per raccontarla, Città della Scienza, per ricordare la pazza idea di Vittorio Silvestrini che prese forma dai successi di “Futuro Remoto”, l’ormai classica rassegna scientifica che ebbe inizio alla Mostra d’Oltremare un quarto di secolo fa. Per rievocare tutte le iniziative, l’impegno, la passione che l’hanno animata in questi quindici anni.

E d’altra parte non ho voglia di scivolare nella retorica, perché Città della Scienza era una speranza solida, mattone su mattone, un’impresa titanica e coraggiosa. Tra i drammi e le contraddizioni di Napoli, persino nella nefasta stagione della monnezza Città della Scienza era un monumento a ciò che si può essere, a un futuro che si alimenti di conoscenza, di iniziativa, di volontà.

Clicco ancora, ma nulla, il server di Città della Scienza se n’è andato nel rogo, ed è come se il fuoco potesse paradossalmente cancellare anche la memoria che abbiamo delle cose.

Allora ve la lascio così, in tutto il suo splendore (foto) . Perché non ho più nemmeno la forza di spendere lacrime per questo disgraziato paese. E mi tuffo già da adesso nella speranza rabbiosa che con l’impegno di tutti la si possa restituire a Napoli e a tutto il paese. Perché sarebbe un crimine non investire tutte le nostre forze per ricostruirla. Anzi, pensateci bene. Si potrebbe proprio ricominciare anche da qui, dalla Città della Scienza, a ricostruire il futuro.

http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/