E se fosse una grande occasione? Eppure pochi sembrano rendersene conto, compreso chi ne è stato il propiziatore.
Le elezioni che dovevano ridare slancio ci hanno portato un senso di impotenza. L’impasse riguarda il Governo, ma prima ancora noi cittadini. “Sono ottimista, vedo il bicchiere mezzo pieno. Di merda”, diceva una vignetta di Altan. Oggi, però, non è così. Tra pochi giorni a Roma arriveranno centinaia di nuovi parlamentari: medici, professionisti, impiegati, operai. Parliamo del Cinque Stelle, ma anche del centrosinistra o di Monti. Sono incensurati, non hanno conflitti di interesse. Gente comune nel senso migliore del termine. Potrebbero rifare del Parlamento il cuore della nostra democrazia, non il passacarte di governi e partiti. Hanno una responsabilità enorme: governarci, ma soprattutto ridarci la fiducia che servirà come motore della vita civile, del lavoro e dell’impresa. Sono inesperti, ma difficilmente faranno peggio di chi li ha preceduti.
Chi dall’estero ci osserva con affettuoso timore o arroganza ne tenga conto: in nessun Paese d’Europa si è assistito a un tale rinnovamento della classe dirigente.
Davvero questi giorni di travaglio potrebbero preludere a una primavera. Chi scrive non intende suggerire maggioranze, né sostenere la necessità di formare governi purché siano. Salvo la speranza che si faccia da parte chi – Berlusconi, ma non solo – ha coltivato i propri interessi a spese di 60 milioni di italiani. Però un dubbio ci sentiamo di esprimerlo: che molti non si rendano conto dell’occasione. E dei rischi di un fallimento. Certo il compito è arduo: conciliare le proprie ragioni con quelle del Paese. Trovare un compromesso che non intacchi gli ideali. Possibile? Il Cinque Stelle deve fare i conti con un elettorato unito dalla protesta, ma di provenienza diversa. Se si votasse ancora, però, gli elettori spaventati dalla mancanza di governo potrebbero abbandonarlo. Non solo: se anche ottenesse la maggioranza, è sicuro di essere già pronto a guidare un Paese?
E il centrosinistra? Pare avere tutto da perdere, ma ha un’occasione irripetibile per rinnovarsi. Le alleanze si fanno sui programmi e sugli uomini. Non si può chiedere a Grillo di appoggiare una classe dirigente minata dagli scandali, che prendeva soldi da Riva, che andava a braccetto con la finanza, che ha lottizzato e coperto di cemento l’Italia. Ecco, prima di proporre programmi il Pd dovrebbe cambiare gli uomini. Un’opportunità unica per un partito che pare diviso tra vertici assai logori e una base che coltiva ancora grandi ideali.
Vero, siamo come sospesi nel vuoto. Ma ricordiamoci le parole di Saint Exupéry, pilota e scrittore, in Volo di notte: “Il buio saliva, ogni casa accendeva la sua stella luminosa in faccia alla notte immensa. E lui era incantato che l’ingresso nella notte somigliasse questa volta all’arrivo in un porto, lento e bello”.
da il Fatto 4.3.13