"Democrazia elettronica, innovazione e rischi. Non siamo ancora una società 2.0", di Tiziano Toniutti
Cittadini sempre più attivi, partendo dalla Rete. Il “5 Stelle” propone un modello di funzionamento basato su referendum online. La politica diventa “partecipata” attraverso piattaforme aperte e web, che poi portano persone reali in Parlamento. Ma è una politica aperta a tutti? Il professor Novelli: “Esiste ancora un’élite digitale”. Grillo: “Sistema in sviluppo” PARTECIPARE, direttamente, “dal basso”. Non più solo elettori, ma protagonisti della vita pubblica di un Paese. Si chiama democrazia partecipativa o diretta, ed è una delle forme contemporanee dell’idea democratica. Che evolve con i tempi e le tecnologie. Accanto all’espressione rappresentativa, ne sorge una che non delega le decisioni al Parlamento, ma coinvolge attivamente i cittadini. Il voto non è più l’unico strumento. Nella democrazia partecipativa il cittadino è chiamato alla formulazione di proposte e alla discussione di pensieri altrui per arrivare a una sintesi. Non nelle Camere, ma nelle case, per le strade e sulla Rete. Un orizzonte civile e politico che cattura lo sguardo. Ma forse non siamo ancora pronti per raggiungerlo. Democrazia, Rete, opportunità, rischi. Se la “libertà è …