"L'inganno del cavaliere", di Gianluigi Pellegrino
Qualsiasi comune cittadino procurasse analogo disordine pubblico farebbe fatica a passarla liscia con la legge. In sede civile e forse anche in quella penale. Le contestazioni non sarebbero poche. Dalla tentata usurpazione di pubbliche funzioni al procurato disservizio pubblico, all´artificio e raggiro tipici delle truffe. Non è questione di credulità popolare. Qui è un presidente del Consiglio sino a poco tempo fa, e che lo è stato per ben otto anni negli ultimi dieci, a rivolgersi ai cittadini con forme e modi attentamente studiati per apparire ufficiali e come provenienti dall´autorità statale. Viene da domandarsi se lo stesso Berlusconi sia stato consapevole della gravità della trovata o forse non sia proprio lui a non prendersi sul serio, pronto a guasconeggiare con lo stesso ruolo istituzionale che bene o male ha pur ricoperto per tanti e recentissimi anni. Bene inteso, nessuno vuol togliere a Berlusconi ricandidato il pieno diritto a proporre una misura pur così clamorosa come quella della restituzione di una tassa che lui stesso ha prima introdotto e poi concorso ad anticipare con le …