Non si parli di voto utile, ma disgiunto sì, eccome, di Fabrizia Bagozzi
Senza scomodare il voto utile, se le cose per il senato non vanno bene, perché non pensare almeno quello disgiunto? Scivolata dopo scivolata, il leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia sta perdendo per strada la spinta propulsiva che gli aveva garantito il colpo di scena iniziale: la sua candidatura da magistrato simbolo di un modo di agire la lotta antimafia gradito a una certa sinistra alla testa di una lista di resistenza civile (così definita da uno dei deus ex machina dell’operazione – insieme a Leoluca Orlando – Luigi de Magistris, non a caso raffreddatosi un po’). Una lista che doveva scardinare i tradizionali rituali e schemi partitisti, evitando il sequel della Sinistra Arcobaleno depurata da Sel e mettere al centro la società civile. Tant’è che fra i motori del processo svettavano i professori di Alba-Cambiare si può, ora defilatisi. Perché poi c’è stata la polemica sui segretari dei partiti (Idv, Prc, Verdi, Pdci) – i quali, usciti dalla porta, sono rientrati dalla finestra (e nelle liste) – che ha spaccato Cambiare si può e …