Mese: Febbraio 2013

Giovani e università, la sfiducia peggiore, di Giuseppe Provenzano

È l’Italia che si impoverisce, e nella crisi si perde per via pezzi interi di futuro. È la spirale di arretramento economico e sociale, che arriva a intaccare il suo giacimento più prezioso, quelle risorse di capitale umano che non ha saputo valorizzare. È ciò che non solo interrompe ma rischia di minare ogni prospettiva di sviluppo del nostro Paese. È di tutto questo che ci parla il dato – forse il più pregnante, tra quelli che “raccontano” la crisi – del crollo delle immatricolazioni all’Università. Non è il primo anno che viene denunciata questa inversione di tendenza nel processo di scolarizzazione superiore in Italia, che la inchioda agli ultimi posti per numero di laureati tra i paesi OCSE. E proprio i numeri del decennio tracciano la sua parabola declinante, il precipitato di occasioni sprecate. Sprecato è il forte investimento che dalla metà degli anni Novanta aprì l’accesso all’istruzione avanzata a una massa di giovani, specialmente donne e meridionali, con la promessa di buona occupazione, di un cammino di sviluppo europeo, verso una società della …

Se il cavallo del Cavaliere vince la corsa elettorale, di Eugenio Scalfari

C’è una domanda che mi pongo e che propongo ai cittadini che voteranno (e anche a quelli che finora non hanno intenzione di votare o sono ancora indecisi per chi votare): che cosa accadrebbe in Italia se il Partito democratico non vincesse le elezioni? Né alla Camera né al Senato? Finora nessuno ha fatto questa domanda e nessuno ovviamente ha dato una risposta. Bersani ha fatto appello al cosiddetto voto di necessità, ma limitatamente ad alcune Regioni il cui esito elettorale può essere determinante per il Senato. Ma il tema è più generale. Se l’è posto soltanto Alfredo Reichlin in un articolo lo scorso venerdì sull’“Unità”, nel quale si è chiesto che cosa accadrebbe se non ci fosse una visione del bene comune come quella proposta dal Pd. La logica della democrazia parlamentare ci dice che si vota per il meno peggio; votare per il meglio, cioè per il partito con il quale ci si identifica al cento per cento, è pertanto impossibile: ciascuno ha una sua visione del bene comune. Dunque si vota per …

Università, la denuncia degli studenti:"In arrivo altri tagli alle borse di studio" di Salvo Intravaia

Dopo il calo degli iscritti all’università, in arrivo anche il taglio delle borse di studio per meritevoli e bisognosi. L’Unione degli universitari, attraverso il suo portavoce Michele Orezzi, denuncia il “colpo di coda tutto politico” del governo uscente che intenderebbe approvare in extremis il decreto sul diritto allo studio universitario, previsto dalla riforma Gelmini. Lo schema di decreto verrà esaminato lunedì prossimo dal Cnsu (il Consiglio nazionale degli studenti universitari) e il 7 febbraio dalla conferenza Stato-regioni. A questo punto il provvedimento potrebbe essere varato in via definitiva dal ministero dell’Istruzione, che ha avuto la delega dal precedente governo. Ma di che si tratta? E perché gli studenti sono sul piede di guerra? Secondo l’Udu, la norma inasprisce i vincoli che determinano l’accesso alle borse di studio facendo prefigurare un calo degli aventi diritto che potrebbe toccare il 45 per cento in appena un anno. Già adesso l’Italia si distingue per lo scarso supporto economico agli studenti universitari. I dati vengono snocciolati dall’Udu e sono impietosi. Per il diritto allo studio universitario la Germania e …

«Stampa e giustizia, cortocircuiti da evitare», di Marzio Breda

Lo scandalo Montepaschi è un nodo della vita pubblica italiana che lo preoccupa molto, perché rischia di avere ricadute gravi sul sistema economico e bancario, e davanti al quale non se l’è proprio sentita di assegnarsi il ruolo dello spettatore silenzioso. Per questo giovedì ha deciso d’intervenire, Giorgio Napolitano, nonostante la campagna elettorale in corso. Per questo si è concesso un replay ieri, a costo di addentrarsi un’altra volta nel minatissimo terreno dei rapporti tra mass-media e magistratura. «Abbiamo spesso degli effetti non positivi, quasi dei cortocircuiti, tra informazione e giustizia», dice, evocando le «ricadute destabilizzanti sul mercato» provocate dalla recente «diffusione di notizie infondate». Concrete «ricadute». Che il presidente della Repubblica, come tutti, ha verificato nei giorni scorsi, quando due giornali hanno annunciato con grande evidenza l’imminente sequestro di un miliardo e 200 milioni euro all’istituto senese. Il risultato lo si è visto su tre fronti: 1) caduta del titolo in borsa; 2) impennata dello spread; 3) destabilizzanti risonanze, anche sul piano politico, su scala internazionale. Solo che lo scoop era inventato, come ha …

C’era una volta la Rai di Tortora, di Giovanni Valentini

La TV italiana è ormai un baraccone insostenibile. (da “Enzo Tortora: dalla luce del successo al buio del labirinto” di Daniele Biacchessi – Aliberti, 2013) Non ho visto la puntata di “Porta a porta” dedicata al caso Corona. Da esperto e consumato professionista di talk-show, Bruno Vespa l’avrà costruita e condotta senz’altro con perizia. Ma non vedrò neppure la registrazione per un semplice motivo: non credo che un personaggio del genere meriti una trasmissione di “approfondimento” su una rete della Rai, anzi sulla cosiddetta “rete ammiraglia”. Al di là delle sue responsabilità penali che toccherà alla magistratura accertare, ritengo che Fabrizio Corona incarni un modello negativo, una figura – per usare un termine di moda in questa campagna elettorale – impresentabile. Un prototipo di bellimbusto. Ne parlo qui, dunque, per due ragioni. La prima, per indicare che cosa – a mio parere – non è da servizio pubblico e lo differenzia appunto dalla tv commerciale. La seconda ragione è che l’editore Aliberti ha appena pubblicato in questi giorni un libro del collega Daniele Biacchessi, intitolato …

Articoli online, Hollande piega Google “Dovrà pagare 60 milioni ai giornali”, di Giampiero Martinotti

Dopo anni di battaglie, Google e gli editori francesi hanno trovato un accordo per mettere fine al loro contenzioso: la multinazionale verserà 60 milioni a un fondo per la modernizzazione della stampa. Si vedrà con il tempo se si tratta davvero di un’intesa «storica», come dicono i protagonisti. In ogni caso, si tratta di un compromesso con padrino d’eccezione, François Hollande, che ieri ha ricevuto le parti all’Eliseo: il capo dello Stato aveva minacciato una legge per difendere la stampa in caso di mancato accordo. Il protocollo firmato dal motore di ricerca e dagli editori transalpini è il frutto di reciproche concessioni. I giornali avrebbero voluto un versamento basato sul diritto d’autore e su questo punto avevano trovato il sostegno degli editori italiani e tedeschi. Era insomma il principio della Google Tax, rifiutato dalla multinazionale americana: in una lettera inviata al governo a metà ottobre, Google aveva minacciato di non indicizzare più le testate francesi se fosse stata introdotta una tassa di quel tipo. Com’era già avvenuto in Belgio, gli editori hanno capito che bisognava …