Mese: Febbraio 2013

Maria Luisa Spaziani, di Antonio Gnoli

Una nuvoletta di fumo. La sigaretta che le pende dalle labbra, piccola sfida alle convenzioni. Così mi appare sulla porta di casa la poetessa, Maria Luisa Spaziani. La voce roca, e virile – al punto che con singolare autoironia il giorno prima al telefono mi aveva detto «non sono mio marito» – mi invita a entrare. Con inaspettata ammirazione penso a certi suoi versi: se sei lontano, se pallidi suoni/dalla terra promessa mi raggiungono,/ ah, si gonfi la vela, prenda slancio/lei, la parola, l’unico mio Dio. «Amo la parola, mi accompagna e a volte mi perseguita», dice appoggiandosi a un bastone a tre zampe. Fatica a camminare nell’ampio salotto colmo di libri e di carte. Si è da poco lussata tre dita di un piede. «Ero a Cortina, avevo appena finito di scrivere una poesia dedicata a un albero. Esco, passeggio e poi inciampo violentemente contro le radici di un abete ed ecco il risultato». Guardo il piede, avvolto da una comoda pantofola. Poi dico scherzando che forse l’albero si è vendicato dei versi che …

La Carica delle Élite Femminili ma l'Agenda Donna non scalda, di Dario di Vico

Nei Paesi scandinavi grazie a un welfare inclusivo molte donne sono state elette in Parlamento. In Italia finirà che seguiremo il percorso inverso: circa 285 donne saranno elette in Parlamento il prossimo 25 febbraio e dalla loro spinta forse potrà nascere un welfare più inclusivo. Sa di paradosso ma le cose stanno proprio così e non vale la pena fare gli schizzinosi. Le vie della modernità non sono rettilinee. Il dato certo è che siamo alla vigilia di una novità se non storica, quasi: tutte le stime sugli eletti ci dicono che avremo un Parlamento rosa almeno per il 30%. Nella passata legislatura eravamo rimasti a quota 193, il 20,33%. Il Pd, il partito che più ha aperto le liste al femminile, sostiene che il 40% delle candidate è in posizione eleggibile e quindi dovrebbe portare in Parlamento almeno 154 donne. Grillo ne dovrebbe eleggere 40, il Pdl attorno a quota 38, Scelta civica 17, Vendola 24, la Lega 6, Ingroia 4 e l’Udc 2. Ma — e la domanda è politicamente scorretta — la …

Bersani: Con noi si cambia. Basta promesse da chi ha fallito, di Simone Collini

«Serve un programma di ricostruzione, non battute propagandistiche. Quelle non ce le possiamo più permettere». Pier Luigi Bersani va al rush finale di questa campagna elettorale chiamando alla mobilitazione il popolo delle primarie («È la nostra arma atomica») e illustrando le misure che intende realizzare in caso di vittoria. Ci sono però anche un paio di messaggi chiari che il candidato premier del centrosinistra lancia all’indirizzo degli «inseguitori». Il primo, a uso e consumo di Silvio Berlusconi: «Non permetterò a chi ha fallito, a chi ha portato l’Italia sul ciglio del burrone di fare impunemente altre promesse». Il secondo, per Mario Monti, che dopo l’uscita sul Montepaschi ha datato la nascita del Pd al 1921: «Una battuta da Berlusconi con il loden. Monti non dimentichi dov’è il pericolo, se la prenda con il problema, non con l’unica possibile soluzione. Chi pensa in prospettiva di non escludere una possibilità di collaborazione oggi deve fare attenzione, perché alcune uscite possono rendere tutto molto difficile». Si sorprende se in campagna elettorale si fanno promesse e si attacca l’avversario …

Il nuovo bisogno di fratellanza, di Gad Lerner

Come aiutarci nel fronteggiare l’indigenza? La fantasia non ha limiti. Un anonimo filantropo milanese che agisce tramite la Fondazione Condividere, ha elargito nei giorni scorsi una donazione in soccorso ai dipendenti della famosa scuola di Adro: dieci di loro, non certo benestanti, avevano stabilito di autotassarsi per 30 euro al mese pur di non escludere dalla refezione scolastica quindici bambini di famiglie che non ce la fanno a pagare la mensa. Il tutto per via del solito sindaco Lancini, spendaccione quando si trattava di ornare la scuola con simboli padani, ma ostinato nel rifiutare un contributo pubblico a famiglie di immigrati (poco gli importa che fra i morosi ci siano anche degli italiani): a lui piace insinuare il dubbio che si tratti di finti poveri. Ora i pasti saranno garantiti per tutti. Ecco un’applicazione concreta del principio (biblico? laico? poco importa) di fraternità. Prevale la fratellanza là dove una guerra tra poveri avrebbe potuto dar luogo a un fratricidio. Cooperazione spontanea, mutuo soccorso, spirito di comunità. Sono faccende di cui la politica tende a disinteressarsi, …

Ripartire dall'articolo 9 della Costituzione, di Matteo Orfini

Caro direttore, «la cultura non è al centro della campagna elettorale» è il lamento che in questi giorni si leva sempre più spesso. Una considerazione più che fondata, che purtroppo non riguarda solo la politica: quanto abbiamo dovuto aspettare perché il sistema dell’informazione si accorgesse della tragedia di Sibari? Per questo, la proposta-appello lanciata da Roberto Esposito e Ernesto Galli della Loggia per l’istituzione di un ministero della Cultura, in luogo dell’attuale ministero dei Beni culturali, va salutata con favore, se può servire a smuovere l’opinione pubblica. Certo, il problema non può essere ridotto a mera questione nominalistica: Esposito e Galli della Loggia osservano giustamente che l’Italia attraversa una crisi che è, nel profondo, una crisi culturale, e che c’è bisogno di ridefinire «un’idea di Paese». Questo però è un problema che investe la politica nel suo complesso, e da cui il Pd si sente investito in tutte le sue articolazioni. Ci vuol più di un ministero (e di un ministro, attualmente vacante), ci vuole un governo che ne sia consapevole, ed è il governo …

Caro Prof, al lavoro non servono altri contratti flessibili, di Luigi Mariucci

Il documento su «Politiche di lavoro e welfare» presentato ieri da Monti merita una attenta analisi critica. Alcune parti hanno un carattere essenzialmente celebrativo della attività svolta dal governo tecnico e sono prive di ogni pur doverosa riflessione autocritica, ad esempio in materia di effetti imprevisti della riforma delle pensioni (leggasi esodati). In altre parti si apre qualche spiraglio nella impostazione autoelogiativa: così rispetto alla legge Fornero sul mercato del lavoro che viene ampiamente lodata, salvo l’accenno ad alcune criticità da riconsiderare, celate dietro il termine pudico di «monitoraggio». In tema tuttavia non si dice la cosa essenziale, cioè che quella riforma, al di là delle buone intenzioni, non ha prodotto alcun effetto positivo sull’occupazione, anzi ha determinato ulteriori problemi in ragione della ridondanza e complessità delle discipline introdotte. Altre parti del documento appaiono invece largamente condivisibili, specie negli enunciati: ad esempio quando si fa riferimento a piani straordinari per l’occupazione giovanile e femminile, si invocano maggiore efficienza della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici per l’impiego, si sollecitano nuove politiche europee in materia di …

La crisi dell’università è figlia di anni di tagli, di Francesco Benigno

In una campagna elettorale, come questa, attraversata da ventate di esasperato populismo esistono degli idola polemici, dei totem della comunicazione che attraggono tutta l’attenzione e impediscono di vedere approfonditamente le cose. È come se non fosse possibile, ad esempio, andare al di là del dibattito sull’abolizione totale o sulla rimodulazione dell’Imu: come se abolendo l’Imu o riducendola non si dovessero cercare i soldi da qualche altra parte, o come se, una volta abolita l’Imu questo Paese che adesso è fermo, culturalmente prima ancora che economicamente, fosse – con un tocco di bacchetta magica pronto a rimettersi in marcia. Attorno a questi totem si schierano spesso tifoserie disposte più a riconoscersi per slogan che ad accettare gli argomenti altrui e questo disporsi a falange impedisce di guardare in faccia i problemi molto seri che il Paese ha davanti. Lo stato dell’università italiana è un ottimo esempio di questa situazione. Il Consiglio Universitario nazionale (Cun) ha ora lanciato l’allarme sul calo delle iscrizioni (-17% dal 2003 all’anno scorso, e quest’anno non sarà certo meglio) facendo notare come …