Mese: Febbraio 2013

Letta: "Non è più credibile. Ci ha fatto quasi fallire", di Fabio Martini

Per «parare» l’ultima sortita di Berlusconi, il Pd ha deciso di puntare tutto sulla denuncia circostanziata dell’inaffidabilità del Cavaliere e della sua proposta. Ma anche potenziando un messaggio squisitamente politico, come spiega Enrico Letta, numero due del partito: «Dobbiamo marcare ancora meglio un concetto essenziale: l’alternativa è tra noi e Berlusconi, perché con questa legge possiamo vincere o noi o lui. Chi arriva terzo o quarto non cambia il destino del Paese. Chi fa perdere noi, fa vincere Berlusconi». La proposta di Berlusconi è corredata di ipotesi di copertura, perché non dovrebbe essere credibile? «No, non è credibile. Perché la fa Berlusconi. Perché è basata su premesse che non tengono conto della verità. Perché non si poggia sulla possibilità di realizzarla dal punto di vista della solidità politica». Tra tante, qualche promessa Berlusconi l’ha mantenuta, a cominciare dall’abolizione integrale dell’Ici «Berlusconi è l’uomo che ha fatto quasi fallire l’Italia e ora si ripropone, rovesciando la verità e facendo promesse irrealizzabili per il futuro. Contando sul fatto che, ogni tanto, gli italiani hanno la memoria corta». …

Cosa c’entra la finanza con l’istruzione?, di Antonio Scurati

Assistiamo a un paradosso rivelatore. Non passa giorno senza che il mondo della finanza non si dimostri un perverso anti-modello, incline ad aggravare le nostre crisi economiche e a precipitare la nostra crisi morale. Eppure, quando finalmente l’opinione pubblica pare allarmarsi per il drammatico calo di iscrizioni alle nostre università, ecco che gli opinion maker corrono in soccorso dell’università applicando al suo caso il linguaggio della finanza. «Il rendimento del capitale per laurearsi è circa pari al 10%, molto maggiore del rendimento di un portafoglio medio di azioni e obbligazioni (3,6 %)». Frasi come questa ci hanno costretto a leggere nei giorni scorsi – accanto ai titoli sullo scandalo Mps – i grandi quotidiani nazionali di questo nostro bizzarro Paese. A questo punto è necessario prendere posizione. La mia è la seguente: l’applicazione al mondo universitario di questa logica finanziaria, di questo linguaggio da mutui subprime e da derivati, non lo soccorre ma gli assesta il colpo letale. Anzi, proprio questa colonizzazione dei territori del sapere (e della vita) da parte di una logica basso …

Altro che giovani schizzinosi metà dei laureati cambia città, di Corrado Zunino

I laureati italiani non sono schizzinosi né indolenti. Ora è certificato: l’aggettivo choosy del ministro Fornero, che fece seguito all’ancor più perentorio “sfigati” del suo sottosegretario Martone, non trova riscontro nell’ultimo lavoro sul tema. Lo ha commissionato la Fondazione sussidiarietà, ci hanno lavorato il dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica e il Consorzio AlmaLaurea, che da dieci anni monitora i percorsi formativi e professionali dei neolaureati italiani. Questa volta, chiedendo a 5.730 neolaureati se sono stati disponibili a trasferire la propria residenza in un’altra città o accettare lunghi trasferimenti casa-lavoro, il 53 per cento ha mostrato un’adattabilità elevata con picchi superiori alla media tra gli uomini (63%), gli ingegneri (60%), i residenti al Centro-Sud (60%, dieci punti in più rispetto al Nord), gli autonomi (60%) e i lavoratori precari (60%). I più “adattivi”, le definizioni sono del dossier, alle esigenze del mercato oggi guadagnano 100 euro al mese in più. Nel concreto, il 54 per cento ha svolto uno stage in Italia, il 9 per cento all’estero. Nei programmi di studio fuori confine primeggiano, ovviamente, i …

Soumaya Gharshallah: La donna che difende la Primavera nel museo di Tunisi, di Stefania di Lellis

Non si vedono neanche gli occhi, coperti da un paio di occhiali anni Ottanta. Solo un velo nero che ondeggia trasportato da ballerine color cuoio tra un atleta romano nudo e una Torah sottovetro. Baya non è l’unica visitatrice di stretta osservanza islamica nei corridoi del Bardo. Il museo fiore all’occhiello della Tunisia, ma anche cruccio della nuova minoranza rumorosa degli ultrà delle fede che assediano il paese, è punteggiato di donne in niqab accompagnate da uomini con barba d’ordinanza. E poi guide velate e studentesse con l’hijab, il copricapo delle musulmane un po’ meno intransigenti. «Vede, per me avere queste donne qui dentro è un successo», spiega Soumaya Gharshallah. Trentacinque anni, un bambino di tre, è l’unica curatrice di museo della Tunisia e una delle poche nel mondo arabo. La chiamano quella del ‘museo plurale’. Aggettivo che suona quasi blasfemo in un paese dove cresce sempre di più la voce di quelli che a chi reclama democrazia e dialogo rispondono con il pensiero unico di Dio. La straordinaria collezione di mosaici romani, paleocristiani, ebraici …

Le donne e il professore, di Chiara Saraceno

Una “detassazione selettiva del reddito (da lavoro) femminile per portare il tasso di occupazione femminile dal 46% al 60%”. È la proposta di Monti e della sua lista Scelta Civica per incoraggiare l’occupazione femminile. Non si tratta di una proposta nuovissima. La hanno più volte avanzata anche Andrea Ichino e Alberto Alesina, con la specificazione che, per non perder gettito,ilcostodell’operazionedovrebbe essere sostenuto da un simultaneo aumento, si spera selettivo, dell’aliquota dei redditi maschili. Avrebbe il vantaggio di aumentare il potere negoziale delle donne nella coppia rispetto alla partecipazione al lavoro (remunerato). Nella speranza che simmetricamenteciòincentiviinvece gli uomini ad assumere parte del lavoro famigliare, svolto di norma per la maggior parte, se non nella totalità, dalle donne con carichi famigliari — che abbiano o meno anche un lavoro remunerato. Non è ben chiaro come questa proposta si concili con quella della riduzione del cuneo fiscale sul reddito da lavoro per tutti e ancor più con questioni di equità a livello individuale e famigliare. Un lavoratore maschio a basso reddito che sia l’unico percettore di reddito in …

L’eterno show del candidato Silvio, di Filippo Ceccarelli

Nel Paese dei Balocchi, che di norma va alle urne insieme al limitrofo Paese di Acchiappacitrulli, nell’arco di vent’anni e di 14 campagne elettorali, l’infinita replica della promessa berlusconiana ha fatto in tempo a sedimentarsi con una sua inconfondibile espressività. Per cui anche stavolta la voce è solenne, lo sguardo è fiammeggiante, ma il braccio non è più teso, e il Cavaliere non garantisce più il suo impegno puntando il dito indice verso le telecamere, bastone del comando, bacchetta magica, radar, antenna e connettore di consenso a buon mercato. Forse non ci crede più neanche lui. Oggi il rimborso dell’Imu, e vabbè. Ma già prima delle elezioni del 2006, impostatosi con le consuete movenze, aveva assicurato l’abolizione dell’Ici, “Sì, avete capito bene!”, durante il duello con Prodi. Di lì a qualche giorno il leader del centrodestra fu sconfitto, sia pure di un soffio. Ma due anni dopo, di nuovo sfoderando quell’indice con l’accattivante sicurezza del presentatore di televendite, da vincitore l’Ici l’abolì sul serio, e subito. Dal che si deduce — e anche dai disastri …

La suora di clausura “Noi donne sprecate anche dalla Chiesa”, di Michele Smargiassi

«Le lacrime, quante lacrime… », dice madre Ignazia col suo sorriso leggero, misurato, saggio. Quasi cinquant’anni trascorsi fra queste mura dell’abbazia hanno addolcito nel ricordo il pianto improvviso di quella novizia entusiasta ma umanamente spaesata. Le assegnarono un lettuccio nella camerata che era diventata questa nobile stanza della musica, nel vecchio edificio del Priore, fra gli antichi affreschi, qui, sotto il graffito Hic fuit Leonardusche potrebbe essere proprio di mano di quel Leonardo, ma per lei la magia di quel posto era poter intravedere anche di notte, dal finestrone, la facciata della chiesa, «consolazione nei momenti di smarrimento». Tanti? Risponde scegliendo le parole: «Siamo donne. Non siamo angeli misteriosi». Clausura. Mito potente. Scatenatore di immaginari laici e credenti, romanzeschi e teologici, malevoli e benevoli, tutti fondati sul nulla. «L’icona della donna nascosta, velata, silenziosa e solitaria, in fuga dal mondo, è un mito che purtroppo fa breccia anche nell’immaginazione di tante giovani consorelle. Ma tutta questa idea della solitudine dell’uomo di fronte a Dio è un equivoco, viene dalla cultura romantica, e ancora prima dal …