Mese: Febbraio 2013

Università: Ghizzoni, il nostro obiettivo è bloccare il precariato

“Eravamo facili profeti quando anticipavamo gli esiti negativi del disinvestimento progressivo nell’università e della riforma Gelmini. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati, commentando i dati dell’indagine Adi, l’Associazione dei dottorandi. – Oggi sono arrivati i dati sconfortanti che denunciano la sconfitta definitiva di una modalità di reclutamento che non conduce ad alcuna soddisfacente carriera accademica. Sono solo qualche centinaia i contratti a tempo determinato che – osserva Ghizzoni – hanno prospettive di essere convertiti in contratti a tempo indeterminato. Il nostro obiettivo – conclude la deputata Pd – sarà quello di bloccare definitivamente il precariato universitario per valorizzare il lavoro dei giovani di talento e dare prospettive di crescita, anche sociale e culturale, al nostro Paese.”

"Ogni secondo il cemento divora 8 metri quadri d’Italia", di Salvatore Settis

Otto metri quadrati al secondo, per ciascun secondo degli ultimi cinque anni: questo il ritmo del forsennato consumo di suolo che sta consumando l’Italia. Questo dato, che colpisce come una mazzata, emerge dagli studi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ricostruiscono l’andamento del consumo di suolo in Italia dal 1956 al 2010. Siamo passati da un consumo di suolo di 8.000 kmq nel 1956 a oltre 20.500 kmq nel 2010, come dire che nel 1956 ogni italiano aveva perso 170 mq, nel 2010 la cifra è salita a 340 mq pro capite. Tra i divoratori di suolo trionfa la Lombardia, seguita dal Veneto e dal Lazio. Cifre impressionanti, che trascinano l’Italia fuori dall’Europa, dove il consumo medio del suolo è del 2,8%, a fronte di un devastante 6,9 % per il nostro martoriato Paese. È come se ogni anno si costruissero due o tre città nuove, delle dimensioni di Milano e di Firenze, e questo in un Paese a incremento demografico zero. Dimensioni e natura del disastro non si colgono …

"Universitari perduti, un giallo senza misteri", di Federico Orlando

Cosa sta succedendo fra quel milione e 700mila giovani iscritti (in corso, fuori corso o in semplice parcheggio) nelle università italiane? La domanda si è diffusa, ma non ha lambito il dibattito elettorale, per merito della Stampa, che l’altro venerdì titolava a tutta pagina: “Fuga dagli atenei – Persi in dieci anni 58mila studenti”. Erano i dati del Cun (Consiglio universitario nazionale) che valutava al 17 per cento il calo nell’ultimo decennio: «Come se l’intera statale di Milano non esistesse più». Il Corriere confermava la crisi con un intervento di Guido Fabiani, rettore di Roma Tre: la crisi c’è ed è particolarmente grave nel Lazio. Qui La Sapienza è scesa in dieci anni da 132mila a 110mila studenti. Ma tre giorni dopo il ministro dell’istruzione Francesco Profumo risolveva a modo suo il giallo: non si può parlare di fuga, perché l’anno di partenza, 2003, pativa il problema della “bolla”, creata dal passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento universitario. Ma quale bolla, gli replicavano altri studiosi su Europa (vedi l’articolo di Paola Fabi pubblicato martedì 5 …

"Candidati sostenete la lettura", di Andrea Camilleri

Ho aderito alla lettera aperta del Forum del Libro ai candidati alle elezioni perché, malgrado tutto, credo che si debba dare una chance al ceto politico: queste occasioni è necessario darle, perché senza politica una nazione esiste, la politica è la ragion d’essere di ogni nazione. Si tratta di dare chances naturalmente alla buona politica, cioè alla politica intesa nel senso del lavorare per il bene comune. Certo, lanciare una proposta al momento della campagna elettorale è un’arma a doppio taglio. Durante la campagna elettorale i politici si distinguono per fare promesse. Si diceva una volta, da marinaio. Ma qui vedo fare promesse da ammiraglio, che poi puntualmente non si mantengono, neppure in minima parte. Questo è il coté negativo, il lato positivo è invece chiedere ai candidati di occuparsi della lettura… vuoi vedere che qualcuno poi mantiene l’impegno preso? Bisognerebbe far capire ai politici che la lettura non è né un passatempo né un fenomeno di nicchia. Una volta, prima dell’ultima guerra, il teatro era veramente per pochi, per una élite, ma nel dopoguerra …

Il formale impegno del Pd per i lavoratori della scuola di “Quota 96”, di Giuseppe Grasso

Riceviamo da Giuseppe Grasso, tra i promotori del Comitato civico “Quota 96”, una nota esplicativa sull’impegno che il Pd ha ufficialmente assunto per risolvere, in modo definitivo e onorevolmente legale, la ben nota vicenda che ha coinvolto circa 3500 docenti. Da oltre un anno i circa 3.500 lavoratori della scuola del 1952, fra docenti e personale Ata, sono rimasti imbrigliati nelle strettissime maglie della riforma Fornero a causa di un errore tecnico, costretti a una brusca deviazione rispetto ai loro progetti esistenziali. Ad essi, infatti, è stato negato il diritto, acquisito già dal settembre del 2011, di accedere alla pensione. Per questo motivo stanno lottando con tutti i mezzi (e su tutti i fronti) per far sì che il loro diritto a pensione venga riconosciuto. L’attuale esecutivo, infatti, nello stilare l’ultima riforma delle pensioni, non ha tenuto conto della specificità del Comparto Scuola – specificità riconosciuta da leggi mai abolite oltre che da precedenti revisioni normative in materia previdenziale – e ha assimilato del tutto improvvidamente le leggi speciali che regolano questo settore alle leggi …

"Borse di studio, si ferma il decreto. Le Regioni frenano. Studenti esultano", di Salvo Intravaia

Scontro sul decreto sul diritto allo studio universitario. Il decreto super contestato è stato rinviato di due settimane. Le associazioni degli studenti che da mesi lo contestano e che anche oggi hanno dato vita a sit-in, parlano di una prima vittoria. Il ministro Profumo dice che “si farà”, ma poco dopo il presidente delle Regioni di fatto lo stoppa: “Va modificato” E’ la Conferenza Stato-Regioni che apre l’ultimo capitolo sul contestato provvedimento: riunita questa mattina lo ha rinviato al prossimo 21. Gli assessori all’Istruzione di diverse regioni italiane avrebbero bocciato per ben due volte le bozze “migliorative” presentate dal ministro. E comunque la sensazione è che in piena campagna elettorale nessuno vuole prendersi la responsabilità di avallare un provvedimento impopolare che potrebbe escludere dalle borse di studio da un terzo al 45 per cento degli attuali aventi diritto. Una decisione che il ministro Profumo commenta spiegando che il decreto verrà varato il 21: “Si farà per dare più risorse al diritto allo studio. Lavoriamo ora ad una soluzione che sia equa e che tenga conto …