Mese: Febbraio 2013

Un ballo in piazza contro la violenza “Così noi donne diciamo basta”, di Francesca Caferri

È uno dei volti più noti della world music mondiale, uno dei volti più noti dello show business in Europa e negli Stati Uniti. La fama la deve al suo talento e anche alla sua famiglia: suo padre era il famoso musicista indiano Ravi Shankar, il più grande virtuoso di sitar degli ultimi cento anni, come scrisse la stampa a dicembre quando morì, l’ispiratore della svolta spirituale dei Beatles grazie alla sua amicizia con George Harrison. Anoushka Shankar avrebbe potuto rimanere tranquilla nella sua bella casa londinese, fra gli strumenti che le ha lasciato il padre e i tanti premi raccolti insieme a lui. Ma non ha esitato a usare la sua fama perrichiamarel’attenzionesuun problema che conosce da vicino, quello della violenza sulle donne. «Quando ero piccola, sono stata molestata da un uomo di cui i miei genitori si fidavano. Anche per questo vi chiedo di scendere in piazza e ballare contro la violenza », ha detto in un video diffuso via Internet in tutto il mondo. Così Anoushka è diventata testimonial di “One Billion …

"Scuola, da Pd piano straordinario dopo i disastri di Berlusconi", di Vanino Chiti

L’istruzione è il pilastro di un paese. Questa non è una considerazione vuota e retorica ma il presupposto per un programma di governo che voglia guardare al futuro. Gli anni dei governi Berlusconi-Tremonti-Maroni hanno prodotto un disastro: il più grande licenziamento di massa; tagli; misure che hanno ridotto la qualità del nostro sistema scolastico, come il maestro unico, il l’abolizione del tempo pieno, le “classi pollaio”. Servono misure urgenti e una continuità d’impegno per recuperare il terreno perduto. Per il Pd l’istruzione è una priorità. Noi pensiamo che la scuola abbia bisogno di stabilità, fiducia e risorse. Bisogna contrastare l’abbandono scolastico, realizzando gli obiettivi della strategia ‘Europa 2020′, l’abbandono deve essere inferiore al 10% mentre oggi in Italia è al 18%. Metteremo in campo un piano straordinario perché gli asili nido coprano il 33% della domanda e per rilanciare il tempo pieno: le scuole devono essere una risorsa a disposizione per l’intera giornata, dedicando spazi allo sport, alle attività di gruppo, all’insegnamento delle tecnologie. Per il ciclo superiore, vogliamo un primo biennio d’obbligo unitario: la …

"L'amaca", di Michele Serra

Non ci vogliono strumenti di precisione, basta una stadera da mercato ortofrutticolo per scoprire che il peso del malaffare politico pende decisamente verso destra. Il potere forzaleghista lombardo e in specie quello formigoniano, per fare solo un esempio macroscopico, annaspano nelle carte giudiziarie. Eppure dire che la disonestà non è spalmata in modo uniforme sull’intero arco politico è diventata un’impresa impossibile. La vulgata populista ripete che “i politici sono tutti ugua-li”, pialla ogni differenza, ingoia nel suo gorgo di risentimento ogni cifra, ogni analisi, ogni dato della realtà. È, questa genericità ringhiosa, il successo più evidente del nuovo populismo. Poggia su fondamenta antiche: la diffidenza per il potere qualunque sia, l’antistatalismo, l’attribuire a chi fa politica solamente scopi ignobili e ingordigia. È una genericità che, per sua natura, nuoce ai migliori e giova ai peggiori, perché confonde lo sguardo e occulta la realtà. Ha perfettamente ragione Saviano quando dice che la frase “sono tutti uguali” è un’arma micidiale contro gli onesti, e l’alibi più efficace per i disonesti. La Repubblica 14.02.13

"Il patto indecente del Pirellone", di Roberto Rho

Che quello tra Pdl e Lega Nord, sul piano nazionale e ancor più in Lombardia, sia un (altro) matrimonio di convenienza è risultato fin dal principio chiaro a tutti. È perfino esplicito nelle varie occasioni in cui i nuovi dirigenti del Carroccio lo hanno speso come il motivo per cui l’alleanza – indigesta alla base del partito – andava necessariamente rimessa insieme, come il mezzo che giustifica il fine supremo della conquista, con la Lombardia, dell’intero fronte del Nord. Ma ciò che questa campagna elettorale ha progressivamente dispiegato è qualcosa di più e di peggio: quella tra la Lega e il Pdl, tra Maroni e Formigoni, cioè il “pezzo” del Pdl che in Lombardia ha governato per oltre tre lustri, è più di un’alleanza elettorale: è un patto indecente. Che, se mai fosse suggellato dai risultati elettorali, garantirebbe la sopravvivenza di entrambi. Della leadership tremebonda, e ora anche sfregiata dall’inchiesta sui vertici di Finmeccanica, di Maroni, che nella partita lombarda si gioca tutto: il futuro della Lega – se perde in Lombardia destinata a un …

Bersani: saremo noi a tagliare gli sprechi «Grillo è come il Cav», di Andrea Carugati

Napoli, Caserta, Benevento, Avellino. Pier Luigi Bersani continua il suo tour nel Mezzogiorno. Ieri tappa in Campania, dove i temi chiave della campagna elettorale Pd, lavoro e legalità, sono particolarmente caldi. Il leader Pd cerca di tenersi alla larga «dai politicismi», dal risiko delle alleanze, dai quotidiani attacchi di Monti a Vendola e al Pd. Prende di petto, invece, la destra, la Lega, i populismi. A partire da Grillo. «Lui ha nominato i deputati al pari di Berlusconi, bisogna tenere ben presente come è organizzato quel movimento. In Sicilia Grillo offre mille euro a tutti per tre anni, somiglia a quell’altro che propone di abolire l’Irpef, dice via l’Irap e promette quattro milioni di posti di lavoro. Sarebbe inimmaginabile venire a patti con lui». E ancora: «Il Pd è il contrario del populismo dove c’è sempre qualcuno che suona il piffero e il popolo deve andargli dietro. Che si chiami Grillo o Berlusconi, il meccanismo del populismo è quello. Noi non siamo così, noi siamo per la libertà della gente che sceglie qualcuno finché tocca …

"Lega, Orsi, missili, fregate. Maroni dottor Stranamore trema, Bossi gode", di Francesco Lo Sardo

Bossi le navi militari. Maroni gli aerei da guerra. «Non c’è coinvolgimento mio né della Lega – tuona il nuovo capo leghista finito sulla graticola del “caso” Orsi – sono insinuazioni che chi ha fatto pagherà caro». Resta il fatto che l’insospettabile passione marinara del Senatùr portò l’ex autista e cassiere bossiano Francesco Belsito, in quota Lega, dal cda fino alla carica di vicepresidente di Fincantieri, colosso della cantieristica che con Finmeccanica progetta, realizza e vende fregate e simili. Mentre l’amicizia con Maroni avrebbe pesato molto nell’ultimo tratto di scalata di Giuseppe Orsi – il presidente di Finmeccanica arrestato martedì – da ex ad dell’Augusta Westland col cuore a Varese e poi di Finmeccanica fino al vertice del colosso italiano che produce armi, aerei, elicotteri e satelliti. è del 1 dicembre 2011, data della nomina a presidente pochi giorni dopo la nascita del governo Monti, l’intercettazione in cui Orsi ringrazia Bobo: « (…) se non c’è Maroni a fare l’ultimo miglio, col cavolo che io qua c’ero». Quel giorno «il cda ha deciso di togliermi …