"Quella «strana» fretta per comprare La7 prima del voto", di Vittorio Emiliani
Nell’imminenza delle elezioni, lunedì prossimo, gli amici di Berlusconi potrebbero mettere le mani anche su LA7, embrione di un possibile terzo polo tv, che negli ultimi anni si è conquistata un interessante capitale di autonomia politica rispetto alla dominanza del Cavaliere (dilagato in questa campagna elettorale per ogni dove) e su di una rete dotata di antenne decisamente appetite da Mediaset. Perché una così vistosa accelerazione in vista del voto del 24-25 febbraio? Perché soprattutto il candidato premier Pier Luigi Bersani ha posto con forza la legge sul conflitto di interessi come una autentica priorità di governo in caso di vittoria, insieme all’incisiva revisione della legge Gasparri. Una delle leggi più smaccatamente favorevoli all’allora bi-presidente. Mai legge fu più invocata di questa, purtroppo mai nata, in presenza del colossale conflitto di interessi incrociati di Silvio Berlusconi fra informazione, comunicazione, assicurazione, finanza, ecc. Mai legge fu più avversata della legge Gasparri che «regola» a vantaggio di Mediaset il comparto delle emittenti radio-tv e che ha praticamente messo la Rai alla catena del governo e del ministro …