“Non si fa campagna elettorale sulle sfortune degli altri, ma non si può ignorare la realtà”. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno viene nell’Emilia terremotata e, come altri esponenti locali del Pdl, prova a cavalcare le preoccupazioni di chi vive e lavora nell’area del cratere, sostenendo quanto più efficiente sia stato il Governo Berlusconi a L’Aquila. Ma i dati ufficiali, forniti dal ministro Barca, a distanza di tre anni da quel sisma, testimoniano che le cose non stanno affatto così. Il commento di Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera e candidata Pd alle politiche di domenica e lunedì prossimi.
Nell’aprile dell’anno scorso, a tre anni dal terremoto de L’Aquila, il ministro Barca, nel corso di una conferenza stampa, rendeva noto ufficialmente lo stato della ricostruzione in Abruzzo: solo il 25% delle macerie rimovibili era stato effettivamente rimosso, solo 1500 istanze sulle 7.500 relative ad edifici privati gravemente danneggiati (quelli classificati in classe E) erano state ammesse all’accesso dei contributi, in particolare a L’Aquila città solo il 29% delle domande presentate aveva ottenuto il contributo definitivo per effettuare i lavori di edilizia privata. “Ha ragioni da vendere il commissario straordinario Vasco Errani quando dice che non si fa campagna elettorale sulle disgrazie degli altri – commenta Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera e candidata Pd alle politiche – ma lo stesso principio dovrebbe valere anche per il sindaco di Roma Gianni Alemanno che, pur di distogliere l’attenzione dai tanti problemi irrisolti della capitale, viene nell’Emilia terremotata per sostenere quanto sia stato più efficiente il Governo Berlusconi nell’affrontare l’emergenza terremoto in Abruzzo. E siccome questo è stato un leit-motiv più volte utilizzato anche dagli esponenti locali del Pdl in questa campagna elettorale, forse vale davvero la pena ricordare i dati ufficiali del sisma a L’Aquila citati dallo stesso ministro Barca, delegato per la ricostruzione – continua Manuela Ghizzoni – Disegnano un quadro di ritardi e immobilismo. Anzi, se scorriamo i giornali della zona scopriamo che soltanto a novembre, quindi solo tre mesi fa, la ricostruzione pesante è davvero partita, a distanza di tre anni e mezzo dalle scosse. E comunque non certo nel centro storico de L’Aquila dove gli edifici sono ancora tutti lì, imbragati e non toccati dall’opera di ricostruzione. Ecco prima di fare leva sui timori e le comprensibili preoccupazioni di chi vive e lavora nell’area del cratere, un sano esame di coscienza non farebbe male a nessuno”.
Pubblicato il 22 Febbraio 2013