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"Scuola, da Pd piano straordinario dopo i disastri di Berlusconi", di Vanino Chiti

L’istruzione è il pilastro di un paese. Questa non è una considerazione vuota e retorica ma il presupposto per un programma di governo che voglia guardare al futuro. Gli anni dei governi Berlusconi-Tremonti-Maroni hanno prodotto un disastro: il più grande licenziamento di massa; tagli; misure che hanno ridotto la qualità del nostro sistema scolastico, come il maestro unico, il l’abolizione del tempo pieno, le “classi pollaio”.
Servono misure urgenti e una continuità d’impegno per recuperare il terreno perduto. Per il Pd l’istruzione è una priorità. Noi pensiamo che la scuola abbia bisogno di stabilità, fiducia e risorse. Bisogna contrastare l’abbandono scolastico, realizzando gli obiettivi della strategia ‘Europa 2020′, l’abbandono deve essere inferiore al 10% mentre oggi in Italia è al 18%. Metteremo in campo un piano straordinario perché gli asili nido coprano il 33% della domanda e per rilanciare il tempo pieno: le scuole devono essere una risorsa a disposizione per l’intera giornata, dedicando spazi allo sport, alle attività di gruppo, all’insegnamento delle tecnologie.

Per il ciclo superiore, vogliamo un primo biennio d’obbligo unitario: la scelta della scuola specifica a cui iscriversi per la propria specializzazione – come avviene nel resto d’Europa – deve venire dopo. In questo quadro, è fondamentale il rafforzamento della formazione tecnica e professionale.
Ridare fiducia alla scuola significa anche garantire un organico di docenti stabile, attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari.
Anche l’università ha la necessità di un rilancio: un rifinanziamento pluriennale per raggiungere le medie europee in 5 anni; la cancellazione dell’inutile ‘fondo per il merito’ e il finanziamento di un ‘Programma nazionale per il merito e il diritto allo studio’, che affianchi gli interventi regionali; un contratto unico per i ricercatori che ponga fine alla loro situazione di precari; meno burocrazia e più autonomia per gli atenei; incentivi fiscali per l’assunzione di dottori di ricerca qualificati.

Il rilancio economico, sociale e etico del nostro paese passa da un’istruzione di qualità per tutti. Il Pd vuole partire da qui.

L’Unità 14.02..13

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