Tagliamo l’acquisto di cacciabombardieri F35 e di armamenti e utilizziamo quelle risorse, insieme ai fondi strutturali europei, per un piano straordinario di investimenti che consenta a Regioni, Province e Comuni di mettere in sicurezza scuole e ospedali. E’ questo lo spirito che ha animato l’incontro con gli operatori della Sanità all’Ospedale Forlanini di Roma. Il Segretario del PD Pier Luigi Bersani ha incontrato medici e infermieri del Lazio, una delle Regioni più malmesse in ambito sanitario, ponendo al centro la discussione sui diritti fondamentali: sanità, scuola, lavoro.
“Discutiamo di come uscire dalla crisi più profonda di questo Paese, non se ne può più del politichese, arrivo qui e mi chiedono quanti sono i metri che mi separano da Monti. Usciamo dal politicismo e dal cabaret cui assistiamo in questi giorni. Certo, c’è anche il problema del fisco, adesso è partita la corsa alle restituzioni, allora propongo a Berlusconi che restituisca di tasca propria e della Lega, l’equivalente di tre Imu: le rate non pagate del “condono tombale” 2003-2004, la decurtazione dei trasferimenti dell’Unione europea per le quote latte e l’investimento su Alitalia. La Corte dei Conti ieri ha valutato ognuna di queste tre operazioni intorno ai 4 miliardi, il valore dell’Imu”.
All’incontro hanno partecipato Nicola Zingaretti, candidato alla Presidenza della Regione Lazio, Ignazio Marino, Paolo Fontanelli e Roberta Agostini. “Abbiamo un dream team in campo su questo tema – ha dichiarato Bersani – perchè abbiamo una visione umanistica e solidale della società e una passione per il tema sanità. Scuola, salute sicurezza non devono prevedere né povero nè ricco. Questo è per noi un dato intrinseco, costituivo di un partito progressista e riformista”.
La sfida lanciata da tutti gli esponenti democratici è smentire l’idea che un servizio pubblico universalistico non sia più sostenibile, di fronte alla crisi che attraversa l’Europa, smentire il principio di egoismo sociale sul quale soffiano le destre. La riaffermazione della sostenibilità di un SSN che costa meno che in Francia, in Germania o in Gran Bretagna, si attua attraverso il riequilibrio delle ricchezze.
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Per il Segretario democratico “Rafforzare il welfare è elemento di redistribuzione delle ricchezza, prima ancora di quanto lo sia il fisco. Va composta la spesa fra pubblico e privato, c’è bisogno di investimenti, e del Patto per la salute condiviso con Regioni e operatori. Un patto riformulato intorno ad alcuni temi centrali, come l’integrazione dei servizi ospedalieri con l’assistenza sul territorio. Si arriva ad un risultato quando si riesce a creare un sistema di rete, un percorso e non solo una prestazione. Sul fondo sociale – ha ricordato Bersani – abbiamo problemi enormi, la questione dei disabili e della non autosufficienza non è tollerabile, nella Sala verde – ha affermato – voglio vedere Arci, Caritas, i Comuni”.
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La sfida per Zingaretti rappresenta proprio rimettere in piedi il sistema sanitario del Lazio, “altrimenti – ha notato – fallisce l’intero piano nazionale. Su un sistema fortemente destrutturato ‘immaginare’ (lo slogan della sua campagna elettorale) non significa fuggire dalla realtà, ma avere coraggio e non rimanere chiusi nelle fandonie della precedente amministrazione. Vogliamo prenderci un impegno basato sulla concretezza – ha assicurato Zingaretti – superare l’approccio ragioneristico e presentarci come interlocutore serio che chiede al governo una partnership per costruire e cambiare il modello di salute”.
Il candidato alla Presidenza della Regione Lazio ha indicato “i pilastri indispensabili alla costruzione di questo modello: l’affermazione del merito, trasparenza, taglio degli sprechi, lotta alle truffe e alla cattiva gestione, rilancio della centrale unica regionale di acquisti. E ha promesso 5 anni per ricostruire un modello di salute che ridia dignità alle strutture ospedaliere e che ne realizzi anche di nuove: case della salute, che assicurino assistenza delocalizzata sul territorio”.
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Paolo Fontanelli, intervenendo alla conferenza stampa ha ribadito “un deciso no a nuovi tagli e nuovi ticket, che spostano risorse dal pubblico al privato, rendendolo competitivo. Il ministro Balduzzi risponde che il reperimento dei fondi viene dalla chiusura degli ospedali, ma sulle intenzioni e senza investimenti – ha notato Fontanelli – è impossibile organizzare il modello di sanità che abbiamo in mente. Va rafforzato il ruolo del Ministero della Salute, che non sia solo un ramo di quello dell’Economia”.
Intervenire sulla governance con correzioni e innovazioni, colmare il divario fra Nord e Sud, nelle parole di tutti è l’urgenza vera.
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“Abbiamo una idea chiara che ci differenzia dalle altre forze politiche: accesso garantito a tutti al servizio sanitario pubblico – ha rincarato Ignazio Marino – cosa ben diversa dalle politiche del governo di centro destra e del governo Monti che è arrivato a proporre alla parte ricca del Paese, sconti irpef in cambio di un’assicurazione privata. Noi con chiarezza respingiamo questa idea, questa è la sanità che non vogliamo”.
Per Marino “è essenziale una decisa operazione trasparenza che, partendo dal rifiuto ai tagli lineari, arrivi alla pubblicazione dei risultati delle cure sui siti delle aziende sanitarie, insieme ai costi di beni e servizi. Premiare i meriti e le eccellenze e finalmente uscire dalle nomine politiche: i medici siano valutati su risultati e capacità. E, per ultimo – ha concluso Marino – il richiamo alla necessità di redigere una legge sul rischio clinico, questione che si impegna a portare avanti nella prossima legislatura”.
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