La suora di clausura “Noi donne sprecate anche dalla Chiesa”, di Michele Smargiassi
«Le lacrime, quante lacrime… », dice madre Ignazia col suo sorriso leggero, misurato, saggio. Quasi cinquant’anni trascorsi fra queste mura dell’abbazia hanno addolcito nel ricordo il pianto improvviso di quella novizia entusiasta ma umanamente spaesata. Le assegnarono un lettuccio nella camerata che era diventata questa nobile stanza della musica, nel vecchio edificio del Priore, fra gli antichi affreschi, qui, sotto il graffito Hic fuit Leonardusche potrebbe essere proprio di mano di quel Leonardo, ma per lei la magia di quel posto era poter intravedere anche di notte, dal finestrone, la facciata della chiesa, «consolazione nei momenti di smarrimento». Tanti? Risponde scegliendo le parole: «Siamo donne. Non siamo angeli misteriosi». Clausura. Mito potente. Scatenatore di immaginari laici e credenti, romanzeschi e teologici, malevoli e benevoli, tutti fondati sul nulla. «L’icona della donna nascosta, velata, silenziosa e solitaria, in fuga dal mondo, è un mito che purtroppo fa breccia anche nell’immaginazione di tante giovani consorelle. Ma tutta questa idea della solitudine dell’uomo di fronte a Dio è un equivoco, viene dalla cultura romantica, e ancora prima dal …