Mese: Gennaio 2013

Quando la Storia si fa con le Battute, di Pierluigi Battista

Avesse declamato la massima più frequentata dai nostalgici, «i treni arrivavano in orario», la perorazione pro-mussoliniana (e pre-rituale rettifica) di Berlusconi avrebbe raggiunto la perfezione della battuta al bar di sera. Mussolini aveva fatto «cose buone»? Sicuro, mica c’era la delinquenza di oggi, e «si dormiva con le porte aperte». Questa non l’ha detta Berlusconi? No, questa (ancora) no. Ma più o meno, ieri, l’ex premier era nello spirito adatto per dirla. Tutti a scervellarsi sull’enigmatico perché. Ma questa cosa di Berlusconi che, nel Giorno della Memoria, nel corso di una cerimonia che avrebbe dovuto essere solenne, si è messo a disquisire sulle cose «buone» che Mussolini avrebbe fatto, che significato ha? Possibile che Berlusconi non capisca che in una giornata molto particolare non solo in Italia ma in tutto il mondo, nel ricordo imperituro dell’Olocausto, non è che ci si può concedere ai microfoni dei cronisti come se si dovesse sciorinare l’ennesima battuta sull’Imu da abolire sulla prima casa? Ipotesi dietrologica: è stato forse un messaggio subliminale a ciò che resta di un elettorato …

Le città abitate dalle ombre, di Concita De Gregorio

Basterebbe allungare la mano passando in macchina accanto a via Veneto per sfiorare le camicie appese ad asciugare. Sarebbe sufficiente scendere le scale dei sottopassi vaticani, quelli costruiti per il Giubileo – sì, l’esultanza suprema – per trovare i gradini ingombri di cartoni, bottiglie, pentole ancora piene di cibo annerito sui fornelli da campo. Nel cuore di Roma, città eterna. Sopra turisti in torpedone e miliardari in limousine, sotto – cinque metri più sotto, appena un po’ di lato – la città delle ombre. Abitata da un popolo che non ha niente, nemmeno un nome. Ci vogliono giorni per identificare i cadaveri carbonizzati. I due morti di ieri erano di origine somala, forse. C’è la testimonianza di due pugliesi, i loro vicini di cartone. «Secondo me gli hanno dato fuoco», dice uno di loro davanti alla telecamere che riprendono in primo piano il cumulo di carbone, pochi metri più indietro le auto che scendono veloci da villa Borghese. A volte ai senza tetto qualcuno dà fuoco, in effetti. Un passatempo. E’ utile ascoltare la storia …

A caccia di lavoro armati di una Rete, di Rosaria Amato

«Bisogna considerare se stessi come cacciatori e non prede delle aziende. Siamo noi a dover scegliere la vita e il lavoro che desideriamo… così i social e la Rete possono aiutarci». Parole colte da un gruppo di discussione su Linkedin, il più popolare social network dedicato ai contatti professionali, che esprimono le aspirazioni delle ultime generazioni: un mondo meritocratico, dove le aziende navighino autonomamente alla ricerca delle figure più adatte alle proprie esigenze. Un mercato del lavoro democratico, che dia giusta visibilità e pari opportunità a tutti. Negli Stati Uniti oltre i due terzi dei direttori del personale utilizzano i siti di professional networking. Google ha selezionato negli ultimi anni migliaia di dipendenti esclusivamente online. Il Vecchio Continente non è rimasto indietro: già oggi un’azienda su quattro utilizza diversi social network per dialogare con i potenziali candidati (indagine Employer Branding Online 2012 di Lundquist). «I social network», conferma Stefano Scabbio, presidente di ManpowerGroup Italia, «sono entrati a pieno titolo nel processo di selezione del personale. Il datore di lavoro li utilizza intanto per capire che …

Noi ricordiamo tutto, di Emanuele Fiano

68 anni, l’età di un nonno, è l’età della nostra memoria. Noi che non c’eravamo, noi che non abbiamo visto direttamente, noi che non abbiamo ascoltato i suoni e percepito gli odori, noi che non siamo stati resi schiavi, feriti, torturati, stuprati, gasati, bruciati; noi ricordiamo tutto, come parola incisa su pietra nel nostro cuore e nella nostra mente. 68 anni fa si riaprivano i cancelli di Auschwitz, tutt’intorno era silenzio, morte, cenere di ossa umane, milioni di ossa umane di schiavi trucidati, e scheletri vaganti, nella campagna polacca e nei resti della cultura occidentale. Da 68 anni, quelle ceneri e quegli scheletri impongono al mondo di non smettere di comprendere che ciò che è stato può ripetersi. Fu quello il tempo dello sterminio degli ebrei, lo Shoah, i 6 milioni di ebrei europei assassinati con il progetto di sterminarli tutti, ma fu anche il tempo dell’atroce sorte di antifascisti, partigiani, di omosessuali, di Sinti e Rom, di disabili, di Testimoni d Geova, e di molti altri a segnare l’inferno realizzato dai nazisti e dai …

Il requisito minimo della credibilità, di Luca Ricolfi

Ieri su “La Stampa” abbiamo pubblicato i dati sul grado di rinnovamento dei partiti: quanti giovani, quante donne, quanti nuovi parlamentari. Oggi ci occupiamo invece di pulizia delle liste. Prima di presentare i dati, però, devo dire qualcosa sul concetto di «pulizia». Personalmente sono dell’idea che, salvo casi eccezionali (qualcuno ricorda il caso Tortora?) un partito non dovrebbe presentare nemmeno un candidato che abbia o abbia avuto problemi con la giustizia, a meno che la sua vicenda si sia risolta con un’archiviazione o un’assoluzione senza ombre. E’ quel che succede in qualsiasi Paese di cultura occidentale, dove basta poco per costringere i politici al passo indietro. E’ una questione di opportunità, di cautela e di decenza. A questa mia posizione ultra-severa, tuttavia, si può obiettare che talora gli indagati di oggi non vengono condannati domani, e in qualche caso non vengono nemmeno rinviati a giudizio. Inoltre, nulla assicura che la magistratura italiana eserciti lo stesso livello di attenzione e vigilanza verso tutti i partiti. Ad esempio è possibile che i partiti al governo siano monitorati …

Fermare il declino della valutazione, di Alberto Baccini

La valutazione è stata presentata come una medicina miracolosa capace di risollevare università e ricerca italiane dal declino, e l’agenzia di valutazione (Anvur) come dotata di poteri taumaturgici. E dire che arrivare per ultimi alla valutazione sarebbe stato un vantaggio. L’Italia avrebbe potuto impostare la valutazione sulla base delle migliori esperienze internazionali. E avrebbe potuto adottare estrema cautela nel definire meccanismi e procedure le cui conseguenze non sono note, come dicono gli esperti Ocse. Invece si è costruito un monstrum istituzionale. Tutto gravita intorno al ministro che nomina i membri del consiglio direttivo di Anvur e vigila direttamente sull’operato dell’agenzia. Ad Anvur sono attribuite sia le funzioni di valutazione della ricerca che quelle di «assicurazione della qualità» dell’insegnamento universitario. Una volta che il governo Hollande avrà chiuso, come annunciato dal ministro dell’istruzione, l’agenzia francese Aeres, Anvur sarà la sola agenzia nel panorama internazionale a gestire le due funzioni. Questa configurazione attribuisce indirettamente alla politica e ad una ristrettissima élite di consulenti scelti dall’esecutivo e raccolti in Anvur un potere enorme e senza contrappesi su ricerca …

Grillo, la tv e la parabola del buffon prodigo, di Francesco Merlo

È un colpo di tamburo televisivo che sta facendo impallidire Berlusconi e certamente lo farà rosicare perché Grillo lo ha abilmente fregato e e definitivamente superato nel suo mestiere di imbonitore di genio: c’è in Italia un Berlusconi più Berlusconi di lui. Solo a prima vista, infatti, la decisione di Grillo di andare in tv – “non escludo di scegliere la Rai” – è la parabola del buffon prodigo, con la televisione che si prepara ad ammazzare il vitello grasso perché il suo figlio più autentico torna in onda. In realtà Beppe Grillo non rimpatria perché non se n’è mai andato: prima diceva alla tv che non voleva andare in tv e ora dice alla tv che torna in tv. E mi raccontano pure che il suo Rasputin, cioè Casaleggio, sta già trattando con Bruno Vespa perché l’evento deve segnare “un nuovo cambio di marcia della campagna elettorale” come Berlusconi da Santoro, più ancora di Berlusconi da Santoro. La sola novità è che finalmente Grillo svela anche a noi, poveri allocchi teledipendenti, il suo trucco, …