"Tanto rumore per quasi nulla", di Curzio Maltese
Gli amici tienteli stretti, ma i nemici ancora più stretti, consigliava il Padrino. Berlusconi e Santoro erano destinati a incontrarsi di nuovo. Sono due uomini di televisione, quindi il loro conflitto era fondato sulle leggi dello spettacolo e non su presunti valori. Sono entrambi narcisi sfrenati, di conseguenza sfrenatamente vittimisti. In fondo si stimano, hanno lavorato insieme, durante uno dei tanti drammatici, ma in genere vantaggiosi periodi di esilio dalla Rai di «Michele chi?». Potrebbero tornare a farlo, se fosse conveniente, per esempio dopo una vittoria del Pd alle elezioni. Per Santoro l’epopea del Cavaliere è stata una manna di share dal cielo, compreso ieri sera. Berlusconi ha lucrato un’intera avventura politica sui vizi di una sinistra parolaia e gonfia di sé, ma alla fine disponibile al compromesso, che Michele Santoro ha sempre incarnato, fin dalla gioventù nell’unione dei marxistileninisti, alla militanza nel Pci, alla carriera di tribuno televisivo. In questi casi la domanda è chi sta fregando l’altro, una volta stabilito che tutti e due sono geniali nel fregare i seguaci. La risposta è …