Mese: Gennaio 2013

Bersani rivendica la diversità del Pd

“Questa campagna elettorale si sta mettendo fuori dai binari, non sono soddisfatto, in questi termini noi non ci stiamo: non stiamo in una campagna fatta solo in termini di politicismo e cabaret”. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, parlando ai giovani nell’apertura ufficiale della campagna elettorale del Pd. “Sono abbastanza stanco di dover essere tutti i giorni registrato su temi come ‘io, Monti, la desistenza, il Senato e compagnia cantante’ – ha detto Bersani – Sono abbastanza allibito del fatto che ci sia il cabaret per avere un titolo, mentre siamo davanti a un paese che ha bisogno di essere ricostruito. Noi parleremo dell’Italia e degli italiani”. Il segretario democratico ha preso la parola in un teatro Ambra Jovinelli gremito di gente. In platea molti giovani, qualche deputato uscente e militanti del Pd. Sul palco con il candidato a Palazzo Chigi, gli unici presenti che stanno prendendo a turno la parola sono Anna Ascani, 26 anni candidata alla Camera in Umbria; Enzo Lattuca, 25 anni, candidato alla Camera in Emilia e Valentina Paris, 30 …

"La burocrazia frena la ricostruzione", di Ilaria Vesentini

«Le norme e la burocrazia per la ricostruzione non sono semplici, così come non lo è la procedura per la richiesta dei contributi Sfinge. Ma non ci sono alternative. Bisognerebbe cambiare l’Italia per affrontare con burocrazia zero il problema del post sisma». Le parole di Giuliana Gavioli, responsabile del settore biomedicale di Confindustria Modena (nonché dg di BBraun Avitum, big del distretto di Mirandola martoriato dal sisma) sono la sintesi perfetta della distanza incolmabile tra l’utopia di eliminare perizie e autorizzazioni che reclamano i piccoli imprenditori emiliani terremotati e l’iter per gli aiuti stabilito dal commissario straordinario, nel solco della legislazione nazionale ed europea (ma con il meccanismo intermediato dalla Cassa depositi e prestiti, per non toccare il bilancio statale, che ha contribuito a generare confusione). Un gap che spiega il magro risultato incassato dalla prima misura concreta di aiuto alle popolazioni emiliane, quella per la dilazione fiscale: appena 750 milioni di euro richiesti contro i 6 miliardi per la moratoria stanziati dalla Cdp. E spiega anche perché giovedì scorso, di fronte alla piena disponibilità …

Bersani: «Solo il Pd corre per governare», di Maria Zegarelli

«Non mi piace come è iniziata questa campagna elettorale tra politicismi e cabaret». Pier Luigi Bersani riflette e voce alta mentre sta per recarsi negli studi di Canale 5 per prendere parte a Italia domanda (in onda quando questo giornale è già in stampa). Chiaro il riferimento ai centristi da una parte e Silvio Berlusconi dall’altra. Non ci sta a farsi tirare per la giacca da chi pretende di occupare palazzo Chigi prendendo meno voti e da chi preferisce fare il matador anziché parlare di programmi seri. «Non ci sto dice a fare campagna elettorale in questo modo, noi del Pd vogliamo parlare al Paese, un Paese dove c’è bisogno di una ricostruzione nazionale». Pensa a Pier Ferdinando Casini, a Antonio Ingroia, a quei «competitor che hanno obiettivi più piccoli, di interdizione» che puntano a sottrarre voti al Pd, o a continuare come il Cavaliere a difendere i propri interessi personali usando le istituzioni. Secondo Bersani il Pd è un’altra la strada che deve seguire in questa campagna elettorale, «perché quello che noi dobbiamo dire …

"Così è cambiata la spesa degli italiani", di Ettore Livini

Il decreto Salva-Italia? Una passeggiata da Abc dell’economia. Il salvataggio della Grecia? Un lavoretto alla portata di uno studente di ragioneria. Il vero capolavoro finanziario del 2012, roba da Nobel dell’economia, è un altro: la silenziosa finanziaria – valore 50 miliardi – con cui le famiglie tricolori hanno tappato i buchi nei conti di casa, ridisegnando la loro vita in versione “low-cost”. Le forbici di questo gigantesco fiscal-compact fai-da-te non hanno risparmiato nessuna voce dei bilanci domestici: abbiamo limato le spese per la tavola, mandato in spending review carie e otturazioni, siamo andati a caccia di mini-polizze sul web, di sigarette in saldo e di distributori di benzina no-logo per tagliare i costi del pieno. Risultato: un’austerity autogestita che sta rivoluzionando un euro alla volta i nostri consumi. Ingredienti: venti miliardi di risparmi sulle spese ineludibili (cibo e salute in primis) e di 30 di tagli su quelle rinviabili (tipo l’acquisto di casa o auto). La necessità aguzza l’ingegno. E davanti a un bilancio familiare gravato nel 2012 da 288 euro di tasse in più …

"La Cig a Melfi mette a rischio tutto l'indotto", di Massimo Franchi

Sarà, come dice Marchionne, che la notizia dei due anni di cassa integrazione a Melfi era scontata. Però il giorno dopo i mercati reagiscono allo stesso modo di chi è rimasto sorpreso. E vendono. Il titolo Fiat che è ancora a piazza Affari, in attesa di sapere dove sarà quotata la nuova società nata dalla fusione con Chrysler, ieri ha chiuso a -1,99%, il peggiore fra i titoli industriali. Ad incidere sono arrivati i dati sulle vendite di auto in Europa che per l’ennesimo mese consecutivo vedono la Fiat arrancare. CGIL: SERVE CONFRONTO Ma la preoccupazione per il futuro dell’intero settore auto è fortissima. Ieri anche la Cgil nazionale ha fatto sentire la sua voce nella vicenda di Melfi. «Pur compatibilmente alla necessità di sospendere la produzione per adattare le linee, il fermo comporterà un lunghissimo periodo di inattività e di cassa integrazione per i lavoratori. Tutto ciò avviene in assenza di una chiara esplicitazione del piano industriale e delle intenzioni produttive della Fiat in merito allo stabilimento di Melfi. C’è dunque preoccupazione immediata per …

"Evasione e demagogia", di Massimo Riva

È uno strumento tecnico per rendere più imparziali i controlli sulla fedeltà fiscale dei contribuenti. E invece, sotto la pressione della campagna elettorale, il redditometro è diventato innanzi tutto un test per misurare l’affidabilità della classe di governo. Con risultati disastrosi sul piano di quel minimo di decenza che dovrebbe esserci nel rapsua fra il principe e i sudditi. Ne disconosce la paternità Silvio Berlusconi che pure, insieme a Giulio Tremonti, aveva gettato il primo seme legislativo della contestata creatura. Ma anche chi lo ha appena dato alla luce, Mario Monti, lo rigetta quasi fosse frutto non di una scelta consenziente ma di una violenza subita contro la propria volontà. Si fa presto a citare le sagge parole di De Gasperi quando diceva che il politico si distingue dallo statista perché l’uno guarda alle elezioni e l’altro al futuro del paese. Alla prova dei fatti (e delle urne) non c’è scampo: la cattiva moneta berlusconiana sta scacciando anche quella sedicente buona spacciata finora dai cosiddetti ‘tecnici’. Una simile regressione del dibattito politico lascia francamente sbalorditi …

"La bella Italia che non seduce gli italiani", di Massimo Gramellini

E così, dopo aver visitato la Roma dei Papi e il mondo esoterico di Leonardo, nel nuovo thriller di Dan Brown si passeggia tra le strade di Firenze e le pagine infernali di Dante. Dan Brown non sarà un maestro di stile, ma è un’autorità indiscussa in materia di fatturato. Se ogni volta mette l’Italia sullo sfondo dei suoi polpettoni è perché sa che l’Italia fa vendere in tutto il mondo. Non l’Italia di oggi, naturalmente, mediocre sobborgo d’Occidente come tanti altri. L’Italia del passato: le città d’arte del Rinascimento e l’Antica Roma. Gli unici due momenti della storia in cui siamo stati la locomotiva dell’umanità. E a questo punto, ossessiva, scatta la solita domanda: perché? Perché, se l’Italia fa vendere, a guadagnarci devono essere sempre gli altri? Perché i miti del passato italiano affascinano gli scrittori e i registi stranieri, ma non i nostri? Al di là delle letture dantesche di Benigni, che sono un’eccezione magnifica ma non esportabile, perché l’Inferno ispira romanzi a Dan Brown e non a Sandro Veronesi (cito lui in …