"L’irrazionale antica paura della sinistra", di Stefano Menichini
L’elettore di centrosinistra, si sa, è fragile. Ha sofferto molto, per molti anni. Come i tifosi di certe grandi e sfortunate squadre di calcio, porta la sconfitta dentro di sé e la rimira come un destino ineluttabile anche (anzi, soprattutto) nei momenti in cui le cose sembrano invece andare bene. È affetto da indicibili complessi d’inferiorità, figli di altrettanti complessi di superiorità. Infine, invariabilmente sotto elezioni dal ’94 in avanti, patisce la prepotente sicumera di Berlusconi, avversario mai attraversato dal dubbio, e tende a credere a qualsiasi cupa leggenda propalata da lui, o cresciuta nelle proprie stesse fila. Come la leggenda della Rimonta. La leggenda della Rimonta, accreditata da importante grande stampa e fin qui contrastata invano solo da Paolo Natale su Europa, sta scatenando una psicosi collettiva. Una corrente di pessimismo amplificata dall’inevitabile malignità giornalistica (ieri sul Fatto, per esempio) che non può essere arrestata dagli affollati comizi della campagna elettorale condotta praticamente in solitudine da Bersani (mica per altro: solo per colpa della dinamica nefasta del Porcellum, che non invoglia alla lotta i …