"Campagna elettorale formato reality", di Ilvo Diamanti
Manca ancora un mese al voto. Anzi, qualcosa di più. Ma è come se, a spoglio iniziato, si discutesse degli exit poll. In attesa delle proiezioni. Con il timore che le stime fornite si rivelino sbagliate. È già avvenuto. Nel 2006, in particolare. Quando gli exit poll annunciarono la larga vittoria dell’Ulivo di Prodi. Mentre, a spoglio concluso, la competizione si risolse in un quasi-pareggio. Oggi, a un mese al voto, è come se fossimo ancora lì, dentro e davanti gli schermi, a interrogarci sull’attendibilità delle stime prodotte dai sondaggi. Che da troppo tempo e con troppo anticipo, hanno decretato il successo del centrosinistra e del Pd, guidato da Bersani. Oggi, come nel 2006, si teme – oppure si spera, a seconda dei punti di vista – l’idea della rimonta di Berlusconi. Alimentata da alcuni sondaggi, che registrano un avvicinamento tra il centrosinistra e il centrodestra. Tra Bersani e Berlusconi la forbice si stringe, è la voce che corre. Amplificata da Berlusconi, che, come highlander, affolla gli schermi, più volte al giorno, per narrare la …