"Ogni cosa è oscura", di Sudanna Nirenstein
Non è rimasto niente di Trochenbrod. Era una cittadina specialissima dell’Ucraina nata nell’inizio Ottocento. Polacchi, russi, sovietici se l’erano passata di mano varie volte, ma la sua natura era rimasta tale e unica, una comunità interamente ebraica, senza gentili. Piena di piccole industrie e di negozi attivissimi per tutto il circondario. Di scuole, cori e teatri. Di ogni organizzazione sionista possibile e immaginabile. Con nove sinagoghe, certo, lì tutti festeggiavano il sabato e tutti ballavano e cantavano ai matrimoni e ai bar-mitzvah. E la sua particolarità stava anche nel fatto che erano contadini, contadini ebrei! Era da secoli che non se ne vedevano, e invece loro avevano drenato e coltivato e allevato bestiame con ardore, orgogliosi dell’autonomia conquistata. Trochenbrod sembrava quasi una bolla di Stato ebraico prima che nascesse Israele. Erano cinquemila ebrei. Tra l’agosto e l’ottobre 1942 furono sterminati dai nazisti e dalla milizia ucraina nelle fosse comuni di Jaromel. Quando nel 1950 uno dei cinquanta sopravvissuti alla Shoah andò a ricercare Trochenbrod, raccontò di non averne trovato traccia. Avrom Bendavid-Val, un ebreo sessantatreenne …