Questa campagna elettorale, per quanto breve, dovrà consentire agli elettori, che fanno riferimento al grande comparto della Scuola dell’Università e della Ricerca, di comprendere se il metodo Marchionne, sostenuto entusiasticamente da Berlusconi Sacconi e Brunetta, viene ora condiviso e sostenuto anche dallo schieramento centrista che, con il significativo apporto di Bonanni, Ichino e Montezemolo si è venuto a costituire intorno a Monti e alla sua Agenda.
Questo chiarimento è atteso e giustamente preteso da molti cittadini-elettori, che potranno così finalmente comprendere cos’ è di sinistra oppure di destra in materia di gestione delle relazioni sindacali e non solo!
La partecipazione di Monti all’assemblea di Melfi indetta dalla FIAT il 20 del mese scorso, i suoi attacchi contro la Cgil, in queste prime battute di avvio del confronto elettorale, e il modo con cui il ministro Profumo ha indirizzato l’Aran nella conduzione del recente contratto collettivo nazionale per il recupero degli scatti dovuti al personale della scuola per l’anno 2011, non lasciano ben sperare sui reali intendimenti di questa nuova aggregazione politica.
Anzi confermano pienamente le prime valutazione che allora espresse Landini segretario della Fiom CGIL: “Monti qui ha assunto il modello Marchionne come programma politico per candidarsi alle lezioni”. “Le assemblee le fa il sindacato e non l’azienda”. “ Siamo di fronte a un’idea feudale. Il presidente del consiglio partecipa all’assemblea mentre chi non è d’accordo resta fuori”.
Come è noto il metodo Marchionne è un sistema di relazioni sindacali che si realizza:
a) in un contesto sociale caratterizzato da una devastante crisi economica che, in assenza di adeguate politiche industriali, riduce notevolmente la domanda del mercato e le necessità della produzione;
b) quando i lavoratori vengono posti di fronte alla necessità di accettare inique condizioni contrattuali come alternativa al rifiuto di ogni trattativa e, come nel caso Fiat, alla chiusura degli stabilimenti con i conseguenti licenziamenti di massa;
c) quando i sindacati si dividono tra quelli che, per un proclamato realismo o per disegni politici di natura extrasindacale, accolgono le proposte aziendali e quelli che le rifiutano.
Sono molte ad esempio le assonanze con tale metodo e inquietanti gli interrogativi che suscita il CCNL, stipulato da CISL, UIL, SNALS, e GILDA, lo scorso 12 dicembre, sul recupero del valore economico degli scatti maturati nel 2011 dal personale Docente e ATA, che hanno portato la CGIL a non sottoscrivere quell’intesa.
Infatti non si era mai verificato, neppure nel 2010, che per recuperare un diritto acquisito (lo scatto d’anzianità per il 2011):
• si realizzasse un accordo separato che riduce i fondi per l’incremento dell’offerta formativa per destinarli alle anzianità tagliando nel triennio 2011-13 di 652 milioni di euro (a regime il 23,64% del totale) il salario accessorio di tutti i lavoratori facendo venir meno importanti attività rivolte agli studenti, per il sostegno a quelli disabili, e per le attività destinate al successo formativo;
• si desse per scontato che le attività tagliate debbano comunque essere svolte con specifiche prescrizioni da indicare nel prossimo contratto, perché appartengono alla funzione docente e ATA
Inoltre credo che sia opportuno aggiungere anche la considerazione riguardante la circostanza che la trattativa in sede di ARAN ha ignorato ogni verifica della valutazione dei risultati e del metodo con cui la Ragioneria Generale dello Stato ha valutato i tagli derivanti dall’attuazione dell’art 64 della legge 133/2008.
Al riguardo occorre premettere che mercoledì 5 dicembre 2012 presso la VII Commissione della Camera si era tenuta, in seguito ad una specifica richiesta formulata dalla Presidente on. Manuela Ghizzoni, in sede di discussione della legge di stabilità per il 2013, un’Audizione della Ragioneria Generale dello Stato sull’applicazione dell’art.64 della legge 133/2008 concernete i risparmi conseguiti e la restituzione alla scuola, per il pagamento dovuto per gli scatti del personale maturati negli anni 2010-2011-2012, delle quote ad essa destinate.
E’ assai rilevante, e avrebbe, a mio parere, meritato una verifica in sede di ARAN, che gli ispettori generali della RGS non abbiano mai indicato nel documento, presentato, come causa del mancato raggiungimento degli obiettivi finanziari indicati nell’art. 64, il fenomeno dei 10.000 docenti in esubero causati dalle modalità di realizzazione della riforma della scuola secondaria superiore.
Non si è potuto così apprezzare che in quella relazione della RGS sia stata presentata una metodologia di calcolo degli effetti delle misure di razionalizzazione che, in quanto basata sul calcolo degli stipendi del personale in servizio forniti dai cedolini, ha ignorato la reale dimensione dei tagli effettuati agli organici! Si sarebbe potuto trovare su un simile approccio, qualora esplicitato, un accordo in sede di ARAN?
Risulta di conseguenza incredibile che in quella sede sia stata data per acquisita una disponibilità per l’anno finanziario 2011 di appena 86 milioni di euro(di cui 31 milioni relativi al 2010) derivanti dai tagli apportati nell’anno scolastico 2010-2011!
I sindacati si sono quindi divisi tra quelli che hanno accettato senza discuterle le stime sui tagli offerte dalla Ragioneria Generale e hanno condiviso che le risorse per fare fronte al costo degli scatti maturati nel 2011 fossero prelevate per gli anni 2011, 2012, e permanentemente a decorrere dal 2013 dal fondo contrattuale riguardante il miglioramento dell’offerta formativa (MOF) e quelli che hanno rifiutato tale approccio. Anche in questa circostanza i sindacati sono stati posti di fronte all’alternativa alla Marchionne : o accettare tale soluzione o rischiare di perdere definitivamente ogni diritto sulla retribuzione degli scatti. Probabilmente anche degli scatti che dovranno essere maturati negli anni 2013 e 2014. Le ragioni favorevoli all’intesa si sono fondate sull’esigenza di non correre il rischio di perdere definitivamente gli scatti del 2011.
L’impegno stabilito nell’art.3 di quel Contratto prevede che la prossima contrattazione dovrà indicare le modalità atte a far rientrare le attività prima retribuite con i compensi accessori nella normale attività obbligatoria di servizio. Qualcuno ha visto in tale progetto l’intenzione di riproporre un aumento dell’orario di servizio. Il Presidente Monti ha già avuto modo di ammonire in televisione gli insegnanti e il personale della scuola per i loro comportamenti corporativi.
Tale vicenda contrattuale richiama quindi quello “stile Marchionne” che aveva caratterizzato anche la contrattazione condotta dal governo Berlusconi con i ministri Gelmini Tremonti Brunetta e Sacconi, nel medesimo settore della scuola, sul piano per l’immissione in ruolo dei precari. Infatti con il CCNL sottoscritto dalle medesime organizzazioni sindacali il 19 luglio 2011, con la contrarietà della FLC-CGIL, l’immissione in ruolo dei precari è stata barattata con una profonda modificazione della carriera economica in quanto la permanenza per i nuovi assunti nel primo gradone è stata in quell’occasione portata da tre a nove anni. Anche in questo caso l’unica alternativa posta sul tappeto era solo quella del mantenimento a tempo indeterminato dei precari fuori dai ruoli.
I suddetti Contratti lasciano aperti una serie di problemi al momento indefiniti quali ad esempio quelli che riguardano il pagamento degli scatti per il 2012(e probabilmente per il 2013), la validità degli anni di servizio 2010-2011-2012 ai fini della maturazione degli avanzamenti nella carriera economica, l’assetto complessivo della medesima e la riduzione del Moc.
Oggi, con una campagna elettorale, che vede direttamente impegnato il Presidente del Consiglio in carica per l’ordinaria amministrazione, esiste il rischio di una totale paralisi del iniziativa ministeriale sulle molte materie oggi sul tappeto a partire dalla predisposizione delle soluzioni più adeguate per gli inidonei e i soprannumerari.
Ognuna di tali materie presenta la necessità di una imparziale confronto con tutte le organizzazioni sindacali. Su tali materie non possono esistere gli “amici di Todi”.
Non ci sono spazi, nella gestione dei concorsi ordinari e per il TFA, per iniziative propagandistiche e non si possono inoltre eludere gli adempimenti e le scadenze sulla riorganizzazione del Ministero e sul Sistema nazionale di Valutazione.
Il Ministro Profumo avrebbe inoltre il dovere, come promesso ma ancora non mantenuto, di presentare all’opinione pubblica il reale bilancio del massacro delle strutture materiali e delle risorse umane della scuola pubblica, finora tenuto nascosto, in specie per la scuola primaria, operato in conseguenza dell’attuazione della cosiddetta riforma Gelmini.
Al nuovo governo democratico del paese toccherà di intervenire con iniziative su tutta la materia della rappresentanza, della contrattazione e dei diritti sindacali, lo richiede con forza anche il mondo della scuola se si vuole mettere in moto un processo di ricostruzione condiviso e quindi efficace.
da Rete scuole 16.01.13