"Se il voto di un lombardo vale più di quello di un umbro", di Francesco Cundari
Da tempo su tutti i giornali si discute dell’importanza del voto in lombardia, che deciderà se il vincitore delle prossime elezioni avrà o no la maggioranza anche in Senato (e potrà quindi, effettivamente, governare). Il motivo, si spiega, è che il premio di maggioranza – cioè quel meccanismo che dovrebbe assicurare alla coalizione che arriva prima un numero di seggi sufficiente a formare, appunto, una maggioranza – al Senato è suddiviso in diciotto diversi premi di maggioranza regionali (Valle D’Aosta e Molise non ne assegnano), ragion per cui non solo non assicura alcunché, ma è anzi da tutti considerato il principale ostacolo alla possibilità che chi arriva primo a livello nazionale possa effettivamente formare una maggioranza anche in Senato. Più che di premio, pertanto, bisognerebbe parlare di punizione. Si tratti di una fatalità o di un disegno preordinato, si potrebbe sostenere che con un simile sistema, di fatto, gli elettori delle Regioni più popolose, e primi tra tutti i lombardi, pesino più degli altri (il fatto che a firmare l’attuale legge elettorale sia stato il …