"Damiano: errori nelle riforme Fornero, le cambieremo", di Enrico Marro
Mandare in pensione con le vecchie regole tutti gli esodati, anche se fossero altri 260 mila oltre i 130 mila già tutelati. Ripristinare da subito l’indicizzazione ai prezzi delle pensioni superiori a tre volte il minimo. Garantire le attuali durate dell’indennità di mobilità (massimo 48 mesi) finché il Paese non sarà uscito dalla crisi. Cancellare l’articolo 8 della legge Sacconi che consente agli accordi aziendali di derogare alle norme anche in materia di licenziamento. Queste le intenzioni di Cesare Damiano, Pd, ex Fiom-Cgil ma della minoranza riformista, che da ministro del Lavoro del governo Prodi smontò nel 2007 la riforma delle pensioni Maroni, sostituendo lo “scalone” con le più morbide “quote”. Ora ha vinto le primarie a Torino e punta a tornare tra i protagonisti della prossima legislatura. Ma, pur censurando l’operato dell’attuale ministro Elsa Fornero, di cui è stato compagno di banco all’Istituto tecnico commerciale Luigi Einaudi di Torino, assicura: «Se torniamo al governo non butteremo le riforme Fornero nel cestino, ma le correggeremo perché contengono errori fondamentali». Quali? «L’abolizione delle pensioni d’anzianità e …