“Le nuvole dell’Ilva e le facce di Taranto”, di Adriano Sofri
Ci sarà stato un centinaio di persone al lungo presidio di ieri davanti alla Prefettura tarantina, indetto per protestare contro il decreto governativo in nome della Costituzione. Qualcuno faceva dell’umor nero sull’eventualità di adattare l’ottimo slogan degli studenti romani, “Siamo venuti già menati”: “Siamo venuti già decretati”. Manifestazione per militanti: la Costituzione si incarna per loro in “Patrizia”, la giudice Todisco determinata quanto riservata. IERI la magistratura ha ratificato il dissequestro degli impianti, ma non quello dei prodotti fermi sulle banchine, e in grado di riempire una dozzina di navi. Frutto di un reato, cioè prodotti in violazione al divieto, non rientrano nella sanatoria di fatto sancita dal decreto, di cui peraltro i magistrati eccepiranno l’incostituzionalità. Per riprendersi il malfabbricato, l’azienda può essere tentata di decidere di nuovo la messa in qualche cosiddetta libertà dei 5mila dell’area a freddo, giocando così ancora il lavoro contro il giudice. Sul garbuglio istituzionale e politico (ci sarà fra due mesi un parlamento a tramutare in legge il decreto?) prevale ora quello sociale. Le scorte dell’Ilva sono vicine a …