“Le note spese e il paradosso del Cavaliere”, di Massimo Gramellini
In attesa della conferenza stampa del 21 dicembre in cui Monti rivelerà il contenuto della profezia dei Maya sulla sua candidatura a Palazzo Chigi, il centrodestra pop del trio lombardo Berlusconi, Bossi & Formigoni si trastulla con un pacco di note spese. Si tratta di una tipica specialità italiana. Da sempre gli spiriti grigi degli altri Paesi si fanno bastare una misera diaria e con essa hanno attraversato le loro spente vite senza mai sperimentare l’ebbrezza, la fantasia, diciamo pure la creatività che soltanto la nota spese garantisce, quando è compilata come si deve. Non sorprende che questo simbolo del Made in Italy vada oggi a incrociare le vivaci esistenze dei consiglieri di maggioranza della Regione Lombardia, il cui presidente ha un severo e dettagliato curriculum di crocierista a sbafo. I noti spenditori lombardi sono alcune decine. Li capeggia per fama un’igienista dentale, Nicole Minetti, che con i rimborsi istituzionali avrebbe comprato di tutto, dalla crema per il viso al sushi. Persino una copia del libro Mignottocrazia, che forse potrebbe rientrare alla voce «aggiornamento professionale». …