Mese: Dicembre 2012

Il manifesto di Bersani “Se vinciamo le elezioni subito il conflitto d’interessi”, di Giovanna Casadio

«Per prima cosa bisognerà fare una legge sull’antitrust, cioè contro le concentrazioni, e una legge severa sulle incompatibilità: sono i due punti di quelle che chiamiamo norme sul conflitto di interessi». Alle 6,30 del mattino, sull’aereo che lo porta a Bruxelles per incontrare, oltre a Barroso, i presidenti del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e dell’eurogruppo, Jean Claude Juncker – tutti leader del Ppe e fan di Monti – Bersani mostra lo sconcerto per «la manovra abbastanza miserevole della destra», utile solo «a guadagnare qualche giorno di campagna elettorale» e all’invasione televisiva di Berlusconi. Chiede che la data delle elezioni resti il 17 febbraio. Parla di Monti. Consulta gli appunti chiusi in una cartelletta blu: sono i compiti sull’Europa, e le parole più usate sono «continuità» e «affidabilità ». Dice che «se il centrosinistra vincerà, è normale che sia io il premier», tornando da Bruxelles a Roma, si sfoga. E lancia qualche stilettata contro Mario Monti. Segretario Bersani, se Monti si candida, come pensate di potere collaborare poi con lui e con i centristi, essendovi …

“Bersani convince i vertici dell’Europa”, di Marco Mongiello

Berlusconi non vincerà. Dopo le elezioni l’Italia «resterà saldamente nella prospettiva europea», non tornerà indietro sulle riforme avviate dal Governo Monti e il Partito Democratico farà da argine all’ondata di populismo anti-Ue. È questo il messaggio che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è venuto a portare di persona ai vertici europei a Bruxelles. Un tour iniziato ieri mattina con l’incontro con il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy e continuato in giornata con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e con il presidente dell’Eurogruppo e premier lussemburghese Jean-Claude Juncker. In un’Europa a maggioranza conservatrice Mario Monti era considerato di fatto l’unica garanzia contro la deriva economica del Paese che rischiava di travolgere l’eurozona. Con le sue dimissioni, e con il ritorno in campo di Berlusconi, a Bruxelles sono tornati i timori per il caso Italia. La settimana scorsa è stata questa paura, oltre ai pregiudizi e alle poche conoscenze anche personali a sinistra, che ha spinto i leader conservatori del Partito popolare europeo (Ppe) a fare pressioni su Monti affinché …

Università in rivolta. «È la mazzata definitiva», di Luciana Cimino

La malattia endemica dell’Università italiana comincia a mostrare sintomi dolorosi. A parlarne, presentandone la drammaticità in tutta la loro evidenza, è il Ministro dell’istruzione Francesco Profumo. Aveva chiesto al Governo 400 milioni per gli Atenei. Ma nel ddl Stabilità, licenziato ieri dalla commissione bilancio del Senato, alla voce «Fondo per il finanziamento ordinario delle università», si legge nel testo che per il 2013 lo stesso fondo «è incrementato di 100 milioni di euro». Pochissimo, per la già gravosa situazione economica delle università italiane. Una «prospettiva inaccettabile» per il ministro. Dice Profumo che «100 milioni sono assolutamente insufficienti e finiranno con il mandare in default più della metà degli atenei, che non potranno così fare fronte alle spese per il funzionamento». SITUAZIONE DRAMMATICA «Questa è la mazzata definitiva», tuona il presidente della Crui (Conferenza dei rettori) e rettore dell’Università di Viterbo, Marco Mancini, che spiega: «I 300 milioni che mancano servirebbero solo a riallineare i conti, non sono soldi in più. Tenendo presente che quest’anno abbiamo già avuto un taglio, inserito in una catena di tagli …

“No al welfare minimo che penalizza le donne”, di Rosanna Rosi*

Politiche pubbliche inclusive e un welfare di qualità sono la condizione necessaria per sostenere il lavoro e quindi la libertà e l’autonomia delle donne nel nostro paese. La realtà ci pone tre evidenze: la prima è che siamo di fronte ad una riduzione progressiva del perimetro del welfare italiano. L’equazione non dimostrata tra welfare uguale costo ha comportato tagli progressivi alla spesa pubblica senza riqualificarla, con la riduzione al minimo delle prestazioni sociali, definendo un catalogo sempre più ridotto di prestazioni erogate dal pubblico e ampliando il catalogo di quelle da affidare al mercato privato. La svalorizzazione del lavoro pubblico, con l’aggressione ossessiva nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori ed in particolare del sociale e della scuola, è nello stesso tempo conseguenza e segno della scelta di ridurre il peso e il perimetro della rete di protezione sociale. Ormai ci è chiaro: siamo avviati verso un welfare minimo, costruito secondo una logica assicurativa, individuale e non solidale, che esclude sempre di più le persone, ed in particolare donne, giovani, immigrati, anziani. La seconda evidenza …

“L’obiettivo del Cavaliere”, di Claudio Sardo

«Una cosa è certa: passerò le feste di Natale facendo campagna elettorale». L’altra sera, lasciando gli studi di Porta a Porta, Silvio Berlusconi ha salutato così. È più confuso, appannato, invecchiato di come lo abbiamo conosciuto in questi vent’anni: ma è un professionista della politica e la decisione di correre di nuovo è a questo punto per lui irrevocabile. Per lui fare campagna elettorale vuol dire stare in televisione. Dove possibile occuparla. Non si farà scrupoli. Ha la faccia tosta per invadere gli spazi festivi dei telespettatori italiani. E non ha vergogna nel ripetere: «Sono stato tanto tempo in silenzio. Ho un credito di tredici mesi da recuperare». Del resto, il Berlusconi 76enne della campagna 2013, sa di avere macroscopiche contraddizioni stampate sul volto. Ha decretato la fine del governo Monti e offre pubblicamente a Monti di guidare il centrodestra. Ma è chiaro a tutti che si tratta di un’offerta falsa: Monti è un suo nemico, gli alleati del premier sono «orrendissimi», in fondo il Cavaliere ha deciso di ricandidarsi – smentendo pubbliche promesse – …

“Spostato Sanremo i comici fanno paura”, di Francesco Merlo

La comicità disinnescata come un ordigno militare. Il festival è stato alla fine spostato a dopo le elezioni perché le battute di Luciana Littizzetto e la perfida bonomia di Fabio Fazio spaventavano Silvio Berlusconi più di Bersani e più dei giudici. Sanremo gli sembrava come il congresso dei Soviet o la comune di Parigi, il palcoscenico della sua sconfitta. Con un foglio d’ordine, Berlusconi ha dunque trasformato il consiglio di amministrazione della Rai che, con la complicità del governo dei tecnici, ancora controlla come una caserma, in un plotone di esecuzione contro le canzonette. Ed è davvero un provvedimento militare inedito nella storia della televisione italiana di intrattenimento che in passato ha censurato Dario Fo, Zavattini e Mastelloni, vale a dire la sovversione l’invettiva e la blasfemia, ma non aveva mai trattato il festival dell’identità nazionalpopolare, la vetrina della “casalinghità” italiana e il contorno spiritoso della gara canora come un territorio occupato dove si annidano i nemici più subdoli, insomma come Israele tratta la Striscia di Gaza. E chi l’avrebbe mai detto che proprio Berlusconi, …

Legge di stabilità: Ghizzoni, no a colpi di coda su università

“La scelta ragionieristica di tagliare 300 milioni all’università non solo denuncia una mancanza di visione sulla formazione superiore e sulla ricerca, ma è in netta controtendenza con il tentativo di uscire dalla crisi che le cittadine e i cittadini stanno pagando a caro prezzo. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati, in merito al mancato rifinanziamento dell’università in Commissione Bilancio al Senato durante l’esame della Legge di Stabilità. – Dopo anni di politiche ottuse e di tagli lineari, come denunciato anche dal rapporto Istat che vede l’Italia fanalino di coda nell’UE per le spese in ricerca, l’università non ha più nulla da tagliare, pena non solo la chiusura di molti Atenei, ma il collasso dell’intero sistema di formazione e ricerca. Se solo si leggessero i dati Ocse che rilevano l’importanza di avere un alto livello di formazione in una fase di recessione, e se si assumesse come un dato acclarato che la ricerca è il motore essenziale per la crescita, non si potrebbe non vedere la …