“Don Chisciotte e Sancho Panza”, di Francesco Merlo
I capelli imbiancati su un viso da ragazzo come un Gianni Morandi senza tinture, finto vecchio e finto giovane come i lesti gregari delle favole che sono i complici-registi di tutti i draghi e di tutti i nostri animalitotem: la Balena, il Caimano e Monti, che è ancora in cerca di zoologia ma è forse l’Ippogrifo, il cavallo alato che riportò il senno all’Orlando, furioso come l’Italia. Di sicuro, Casini ritrova con Monti quel Forlani che fu il suo “miglior fabbro”, il solo maestro che non ha mai tradito, il galantuomo gommoso, il coniglio mannaro della Dc. Monti somiglia a Forlani persino fisicamente, la stessa figura sobria, un elegante corpo senza fatica da Signor Veneranda, garbato e puntuto anche nel linguaggio doroteo che fu inventato appunto da Forlani: «Potrei andare avanti per ore» ironizzava di sé. Certo Monti è un “Forlani international” con le competenze di economia che nella vecchia Dc erano limitate al parastato. Casini comunque è abituato a riverire e a imbrigliare questa antropologia sin dai tempi in cui a me, cronista ancora …