Giorno: 29 Dicembre 2012

“Una memoria per i Talkshow”, di Giovanni Valentini

Era attaccato da ogni parte, eppure non si rendeva pienamente conto di quanto fosse odiato, ripudiato da tutti. (da “La preda” di IrèneNémirovsky Adelphi, 2012 – pag. 111). In vista delle politiche del 2006, in un articolo pubblicato qui il 28 gennaio, lanciammo l’idea di mettere un timer ai duelli in tv, per regolare i “faccia a faccia” televisivi e disciplinare l’incontenibile tendenza logorroica di Silvio Berlusconi nei dibattiti pre-elettorali. Fu un esperimento riuscito. Costretto a rispettare i tempi scanditi dal cronometro e controllati da un conduttore-arbitro, come si usava – del resto – anche all’epoca delle vecchie “Tribune politiche” con i giornalisti che ponevano domande e i leader politici che rispondevano, il piazzista di Arcore fu contenuto nei limiti di un confronto più composto e civile. Alla testa di un’eterogenea coalizione sostenuta dall’intera sinistra parlamentare, alla fine Romano Prodi riuscì a vincere le elezioni, seppure per un pugno di voti. E poi, con il governo di cui faceva parte Tommaso Padoa-Schioppa come ministro dell’Economia e delle Finanze, ridusse del 40% l’Ici sulla prima casa …

Sono poche le voci di maschi e di credenti”, di Suor Rita Giarretta*

In veste di responsabile di “Casa Rut”, – Centro di accoglienza per donne vittime di tratta, di abusi e di violenze – sento il bisogno di esprimere tutta la mia indignazione di fronte al gesto «inquietante», e oserei dire «violento» compiuto dal parroco di San Terenzo (La Spezia), don Piero Corsi, con l’affissione in Chiesa del volantino in cui è riportato un editoriale del sito Pontifex dal titolo «Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano!». Ancora si ricade in quella vecchia mentalità, che purtroppo a troppi maschi ancora piace e soddisfa, che vede nella donna o la moglie sottomessa, o la prostituta, o ancor peggio la tentatrice. Quanto siamo lontani, a livello culturale e comportamentale, dal riconoscere, rispettare e valorizzare appieno la dignità della donna, da parte del mondo maschile (compresi i sacerdoti). Se si pensa a tutte le donne uccise in quest’anno per mano di mariti, compagni e fidanzati, c’è non solo da rabbrividire ma da riflettere seriamente. Mi piace qui riportare quanto detto in una nostra «lettera aperta» del …

“La sfida delle primarie Pd-Sel”, di Virginia Lori

Oggi e domani il Pd e Sel apriranno le porte dei circoli per dare il via alle primarie per l’elezione dei parlamentari. Si vota dalle ore 8, e fino alle 21, oggi in Abruzzo, Alto Adige, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte e Umbria. Domani toccherà a Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Veneto. COME SI VOTA I seggi allestiti, fa sapere il Pd, saranno oltre 6000, grazie al lavoro di più di 50mila volontari, e anche in questa occasione sarà richiesta una sottoscrizione di almeno due euro per sostenere le spese della campagna elettorale. Potranno votare (per i parlamentari Pd) tutti gli iscritti del 2011 che abbiano rinnovato la tessera entro il giorno del voto; coloro che hanno votato alle primarie per il candidato premier del centrosinistra dello scorso 25 novembre e che sottoscrivano l’appello come elettori del Pd. Sarà possibile esprimere due preferenze, una a favore di una donna e l’altra a favore di un uomo, nel caso in cui le due preferenze fossero a favore …

“Questa coalizione del Professore è una operazione di centrodestra inopportuno che ci metta il nome”, di Umberto Rosso

Onorevole Franceschini, Monti ha sciolto la riserva e assume il ruolo di capo politico dei centristi. Che effetto fa al Pd? «Nessuna preoccupazione, se questa è la domanda. E’ un processo interno che riguarda un’altra area, che non incide minimamente sul nostro mondo e i nostri elettori. E’ un’operazione tutta interna al centrodestra. Non temiamo concorrenza». Solo di centrodestra? «Certo, basta guardare i nomi dei principali esponenti. Fini, Casini, Montezemolo. Il campo è quello lì. Sul piano politico può rappresentare una novità, un passo avanti. Dopo un ventennio berlusconian-leghista, finalmente la possibilità di una stagione di confronto e scontro “normale” col centrosinistra. Di certo comunque, nel terremoto politico che si è scatenato (i centristi con Monti, il Pdl spaccato in due, Grillo, gli Arancioni), il Pd è rimasto l’unico punto fermo, la bussola nel caos». Monti presenta come «nuova» l’operazione che tiene a battesimo. «Ci andrei cauto col «nuovo». Intanto perché è una coalizione che mette insieme tante personalità diverse. Tra il laicismo di Della Vedova e il credente Riccardi, per esempio, c’è una bella …

“Istat: a 4 anni dal diploma il 16% dei giovani né studia né lavora”, di Alessandro Giuliani

Ancora pessime notizie per i giovani italiani. Il 27 dicembre l’Istat ha reso pubblico il dato che a quattro anni dal diploma meno della metà dei giovani italiani ha un lavoro. Lo scorso anno risultava occupato il 45,7% dei diplomati che hanno conseguito il titolo nel 2007. Di questi, 8 su 10 svolgevano un lavoro di tipo continuativo, cioè un lavoro svolto con cadenza regolare, anche se di durata a termine. Mentre il 16,2% era in cerca di lavoro e solo il 33,7% era impegnato esclusivamente negli studi. Si tratta di dati ufficiali, contenuti nell’indagine 2011 sui ‘Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati’. È significativo che rispetto alla precedente edizione dell’indagine (condotta sui diplomati del 2004 intervistati a tre anni dal titolo), la quota degli occupati si riduce di circa 5 punti percentuali (nel 2007, infatti, era superiore al 50%). Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di diplomati disoccupati a quattro anni dal titolo è più che doppia rispetto a quella che si rileva nelle regioni settentrionali (23% rispetto al 10,6% nel Nord-ovest …

“Le divergenze parallele”, di Massimo Giannini

La metamorfosi è compiuta. Non basta più essere Professori, per reggere quattro ore di trattativa con gli ex, i post e i neo democristiani, a discutere di coalizioni e liste elettorali, candidature e comizi. La riunione-fiume con casiniani, finiani e montezemoliani sancisce la definitiva trasformazione di Mario Monti. Il “tecnico prestato alla politica” diventa un politico forgiato dalla tecnica. Il Centro Montiano non nasce come partito nella forma, solo perché il senatore a vita non si sente di tradire la missione concordata con il presidente della Repubblica che lo ha nominato. Ma lo è, con tutti gli ossimori e le ambiguità del caso, nella sostanza. Lista unica al Senato, liste separate ma coalizzate alla Camera, e l’ex premier che accetta (secondo l’aberrazione costituzionale del Porcellum) il ruolo esplicito di “leader della coalizione”. Dunque, la nuova Cosa Bianca ha una testa: Monti. Ha diverse gambe: i cespugli centristi. E ha anche un progetto: disarticolare gli assetti del bipolarismo, rompere lo schema binario destra/sinistra, sostituirlo con il paradigma cambiamento/conservazione, riaggregare i moderati sotto le insegne dell’ortodossia europeista …