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“Il prete di Lerici attacca ancora: “Donne arroganti” poi chiede scusa”, di Marco Preve

Paese in piazza: “Va trasferito” E lui ai cronisti: ma siete gay? «Non volevo offendere nessuno ma finiamola con questa ipocrisia. Si sa che il maschio è violento e la donna non deve provocare». Don Piero Corsi è un marcantonio che l’abito talare rende ancor più imponente. Ha appena aperto il cancello elettrico di villa Carafatti, la casa di riposo per anziani di Lerici dove ha l’alloggio di servizio, e sta salendo sulla sua Fiat Multipla blu scuro.
Don Piero buongiorno, possiamo parlare un momento del volantino?
«Voi giornalisti siete bugiardi e strumentalizzate ogni cosa, altro che galera ci vorrebbe la pena di morte».
Molte donne, si sono sentite offese dalle sue parole.
«Siete voi che avete strumentalizzato le mie opinioni, ed è l’ennesima volta».
Guardi che nessun giornalista controlla la sua bacheca, sono le sue parrocchiane che hanno telefonato ai giornali.
«Allora diciamo le cose come stanno — don Piero lascia acceso il motore della Multipla ed esce dall’abitacolo — . La mia era soltanto un’opinione, non stavo svolgendo il mio compito leggendo o interpretando il vangelo, invece, come spesso faccio, ho voluto commentare un tema molto discusso in questi tempi».
Lei però non è uno al bar, è il parroco del paese, una delle istituzioni delle nostre comunità.
«E allora? Vuol dire che non ho diritto a esternare il mio pensiero? ».
Appunto il suo pensiero, proprio in un periodo in cui molte donne sono vittime di violenze da parte degli uomini.
«Intanto bisogna leggere tutto il testo che ho scritto dove ho detto che gli uomini violenti vanno puniti eccome, messi in galera, ma il discorso è un altro… ».
Quale?
«Quando vedo, quando vediamo tutti noi donne o ragazzine in abiti discinti, è la dignità delle nostre madri e sorelle che viene maltrattata, umiliata».
Ma lei non parlava solo di dignità, ha messo in correlazione questo tema con le violenze.
«Senta un po’, lei è eterosessuale o gay?».
Ma cosa c’entra?
«Mettiamo che lei veda un donna nuda davanti a lei, che cosa prova? Me lo dica, vuol dirmi che non sente qualcosa, che l’istinto non abbia la meglio?».
C’è il desiderio, ma il buon dio ci ha dato il raziocinio e i freni inibitori.
«Sì va bene, tutto vero, ma la prego, per questa volta pensi e risponda… ecco risponda con i coglioni!».
Don, sembra di essere in caserma, tra l’altro dicono in paese che lei sia un ex militare.
«Macchè militare, non è vero. La verità, invece, è che l’uomo, il maschio, è da sempre violento, non sa trattenere l’istinto, e quindi se la donna lo provoca lui, o almeno molti, tanti, non si sanno controllare».
Ma allora vale per tutto, basta non sapere resistere alla provocazione e giù botte.
«Ma no, non è per tutto così, il problema è solo il richiamo sessuale, è sempre stato e sarà sempre così».
Le sue opinioni però hanno svuotato la chiesa e sono arrivati anche i carabinieri.
«Sono a Lerici da dieci anni, e so che c’è chi mi vuol male, chi mi vuole morto, ma anche tanta gente che mi apprezza. I carabinieri poi non è la prima volta, in
un’altra occasione sono venuti in chiesa, mi hanno visto con la tonaca e hanno comunque voluto i miei documenti, come se non mi conoscessero».
Ha messo in difficoltà pure il suo vescovo che le ha fatto ritirare il volantino.
«E cosa voleva che facesse, poveretto? Ci siamo ritrovati
tutti e due coinvolti in questo uragano, solo perché ho espresso delle opinioni».
Ma lei era già stato al centro di polemiche, perché lo ha fatto?
«Perché non sopporto quest’ipocrisia, e poi queste campagne recenti sul femminicidio mi sembrano abbiano nel mirino soltanto l’uomo, che vogliano colpirlo. Ma, invece, guarda caso nessuno parla della Cina».
Cosa c’entra la Cina?
«C’entra perché laggiù migliaia di donne muoiono per gli aborti ma a nessuno interessa, forse per ragioni politiche, invece qui da noi c’è questa insistenza sulle donne vittime senza mai interrogarsi sui comportamenti e sui valori della nostra società».
La Repubblica 27.12.12
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“Il femminicidio? Colpa delle vittime” volantino shock, tutti contro il parroco
Lerici, i fedeli disertano la messa. Domani protesta in minigonna
Lo sciopero della messa la notte di Natale e un sit-in di parrocchiane in minigonna che si terrà domani. Mentre in tutta Italia cresce la polemica, ragazze e signore di sono state le prime a prendere posizione contro il “prete che odia le donne”, come è stato soprannominato don Piero Corsi, parroco di San Terenzo, nell’omonimo borgo del piccolo comune dello spezzino.
Il sacerdote aveva affisso nella bacheca esterna della chiesa un testo da lui scritto e intitolato: «Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?». E a seguire un concentrato di luoghi comuni che ripropongono l’antico tema della donna fonte del peccato. Ma don Piero va giù pesante, perché mette in relazione gli episodi di violenza con le provocazioni delle femmine. «Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo: roba da mascalzoni)».
Poi una serie di passaggi sulle donne «arroganti» che abbandonano casa e i figli e «dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise».
In serata, dopo la convocazione da parte del vescovo di La Spezia, monsignor Luigi Palletti, è arrivato un tardivo pentimento, attraverso un comunicato firmato da don Piero: «Voglio scusarmi con tutti per quella che voleva essere soltanto una imprudente “provocazione”. In particolare mi voglio scusare con tutte quelle donne che si siano sentite offese in qualche modo dalle mie parole ».
Le prime a ribellarsi sono state alcune donne di Lerici che hanno disertato — assieme con mariti, figli e famiglie — la messa di Natale. Ieri alcune di loro hanno iniziato a preparare un sit-in di protesta in minigonna che dovrebbe tenersi domani.
Poi c’è stato un primo intervento del vescovo Palletti (è un fedelissimo di Angelo Bagnasco, presidente Cei) che ha telefonato al parroco — non è escluso un suo trasferimento già nei prossimi giorni — e ordinato l’immediata rimozione del volantino «i cui contenuti — ha detto — sono fuorvianti rispetto ai sentimenti di condanna per la violenza contro le donne». Palletti sottolinea come «in nessun modo può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione… ritengo doveroso invitare tutti a prendere sempre più coscienza di questo inaccettabile fenomeno ».
Duro il commento di Gabriella Carnieri Moscatelli presidente del Telefono Rosa: «Intervenga subito il Papa». Su internet sono apparse diverse pagine Facebook per chiedere la scomunica di don Piero. Reazioni anche dal fronte politico. «Ciò che più mi rattrista, e lo dico da cattolica, è che, questa volta, si sia provato a far risalire questa assurda teoria alla dottrina della Chiesa. Niente di più falso» commenta sul suo blog l’ex ministro Pdl Mara Carfagna. Su Facebook il senatore Pd Ignazio Marino dice: «Da cattolico, penso che una persona capace di simili pensieri non possa avere il ruolo di pastore. Dovrebbe essere sanzionato per le sue affermazioni gravissime e indotto a riflettere». Don Piero Corsi in passato aveva già provocato discussioni e polemiche, in particolare per altri volantini in cui criticava l’islam e gli extracomunitari.
La Repubblica 27.12.12

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