“Ora per fare ricerca bisogna pagare l’Imu”, di Gian Antonio Stella
La Città della Speranza di Padova nata con le donazioni dei cittadini, ha pagato 89.400 euro di Imu. Rubati alla ricerca. La cittadella è un miracolo della generosità di tanti italiani che 18 anni fa si tassarono per regalare al Policlinico un padiglione di Oncoematologia pediatrica. «C aro Gesù Bambino, perché chi combatte le leucemie dei bambini paga l’Imu?». Se i piccoli in cura alla Città della Speranza di Padova scrivessero questa letterina l’Italia farebbe una figuraccia planetaria. Pare pazzesco ma è così: la «Torre della ricerca» tirata su con le donazioni private di migliaia di cittadini ha dovuto pagare 89.400 euro. Rubati ai laboratori, ai ricercatori, ai progetti scientifici. Cosa sia la Città della Speranza i lettori del Corriere lo sanno. È un miracolo della generosità di tanti italiani che diciotto anni fa si tassarono per regalare al Policlinico di Padova, cioè al sistema sanitario pubblico che non riusciva a venire a capo di una ristrutturazione sempre più lenta e costosa, un intero padiglione di Oncoematologia pediatrica. Costruito, arredato e messo in funzione nel …