attualità, lavoro

“Chi paga ora il conto per l’italianità di Alitalia?”, di Tiziano Treu

A suo tempo l’italianità è stata invocata per salvare l’Alitalia. Fu un grave errore che noi denunciammo a suo tempo con le ragioni che ora sono confermate. Questi anni hanno dimostrato che l’operazione era economicamente instabile e sfruttata solo per ragioni politiche. Esisteva un’alternativa: l’alleanza con Air France era già stata esplorata e avrebbe potuto dare vantaggi economici invece di perdite e un respiro europeo che l’Alitalia di oggi, da sola, non ha.
Ora la situazione dell’ex compagnia di bandiera si è aggravata per l’evoluzione dei mercati sia sul breve raggio (competizione col treno) sia sul medio (competizione con le low cost) per cui rilanciare l’Alitalia si può fare solo con una vera e propria ristrutturazione di strategie e con risorse fresche che i “capitani coraggiosi” di allora non hanno.
Così rischiamo di avere un mercato italiano molto ricco che viene conquistato con pochi spiccioli, come purtroppo è successo in altri settori della nostra economia. La soluzione di rivendere la compagnia allo stato è assolutamente impraticabile e per fortuna la Cassa depositi e prestiti, anche se avesse questa tentazione, non lo potrebbe fare, come ha spiegato Franco Bassanini. La verità è che occorre una politica industriale anche per il settore del trasporti. Non invochiamo l’italianità per commettere un altro errore.
da Europa Quotidiano 22.12.12