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“Le regole chiare che servono alla Rai”, di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi*

Caro direttore, siamo grati alle acute osservazioni di Aldo Grasso su Sette, il magazine del Corriere della Sera di giovedì 13, che portano in luce un nervo scoperto della Rai, ossia alcune cattive prassi di interferenza da parte dei consiglieri nella gestione aziendale. La Rai ha un grande bisogno di trasparenza e rinnovamento. Vorremmo dunque chiarire alcuni equivoci per favorire tale trasparenza anche nella rappresentazione della Rai sui giornali.
Rileviamo che i riferimenti al regolamento non ne rispecchiano il contenuto. Per esempio, quanto al tema cruciale dei «contatti con i dirigenti Rai per seguire la vita dell’azienda», il nuovo regolamento del Cda riproduce l’esistente. Infatti, già si prescrive che i consiglieri, per acquisire informazioni in materia gestionale, rivolgano motivata istanza al direttore generale, che poi fornisce loro informazioni (nel nuovo, la richiesta è indirizzata anche al presidente). Perché dunque suggerire che una norma sostanzialmente invariata sarebbe alla base del nostro no? Una disciplina già esiste. Dire che bocciando il nuovo regolamento si boccia tout court una «svolta» che limiti talune cattive pratiche non corrisponde ai fatti: se problemi ci sono, questi derivano piuttosto dalla violazione di regole e codici di condotta già in essere, come nell’esempio esposto da Grasso. Il primo e più ovvio strumento per contrastarli è instaurare un diverso clima aziendale e assumere comportamenti chiari nei confronti di amministratori o dirigenti che tengano condotte scorrette. Tuttavia, esiste un tema più ampio, precedente alle discussioni sul regolamento, che attiene al modo in cui si esplica il diritto-dovere dei consiglieri a essere informati e rimanda alle previsioni del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (d.lgs. 31/7/2005 n. 177, e alla «Legge Gasparri» da cui discende), in particolare all’art. 49, che è stato oggetto di approfondimenti con la richiesta di pareri pro veritate. Nel Cda ci sono notevoli divergenze riguardo all’interpretazione del T.u. Per evitare che i consiglieri siano il «terminale della lottizzazione», come scrive Grasso, per parte nostra crediamo che bisognerebbe ragionare sugli effetti che la normativa in vigore ha sulla vita della Rai (come abbiamo già evidenziato in un comunicato del 16 novembre 2012), in modo che non siano lasciati spazi a comportamenti funzionali alle interferenze della politica e di altri interessi. Il tema meriterebbe ampia e pubblica riflessione.
Nell’articolo, sulla base di tali equivoci, viene attribuito al no che abbiamo espresso al regolamento una valenza diversa da quella reale. Il voto contrario non era diretto a difendere la praticabilità di pessimi comportamenti giustamente stigmatizzati da Grasso, bensì a sottolineare l’esigenza di ulteriori riflessioni circa gli strumenti più adeguati a contrastare «cattive abitudini» e situazioni di fatto che a nostro parere ostacolano anche fluidità e linearità dei lavori consiliari. L’abbiamo ampiamente motivato in Cda e con i vertici, come richiede il nostro ruolo. L’articolo di ieri ci induce a spiegarlo pubblicamente. Per inciso, questo illustra come il consigliere che si attiene alla riservatezza già prescritta dal regolamento e in generale consona al ruolo nei rapporti con la stampa può essere frainteso e ne discende una rappresentazione parziale dei problemi in discussione.
La presidente e il direttore generale in Commissione di vigilanza hanno sottolineato la necessità di evitare ingerenze indebite e pressioni dei consiglieri su dirigenti, giornalisti e personale Rai. Si tratta di un doppio richiamo: ai consiglieri, di non abusare del proprio ruolo; al personale, di non subire condizionamenti politici o di altra natura, contrari alle norme del codice etico, alla correttezza, all’interesse del servizio pubblico. Condividiamo senza riserve questo doppio richiamo, ma osserviamo che il problema non sta nel regolamento, ma nelle prassi consolidate e, semmai, a monte, nella legge Gasparri.
*Consiglieri d’amministrazione Rai
Il Corriere della Sera 15.12.12