“Se anche il violino diventa precario”, di Bruno Ugolini
Non c’è solo la marea d’insegnanti precari e di altri lavoratori pubblici di cui si parla in questi giorni. Esistono anche precari speciali, magari considerati dei privilegiati, perché fanno un mestiere appassionante. Sono i musicisti. Non parlo solo, che so, del primo violino della orchestra della Scala che abbiamo potuto sorprendere mentre corrispondeva ai gesti impetuosi di Daniel Barenboim nel Lohengrin. Esistono molti altri musicisti che non hanno raggiunto quel posto e che conducono una vita precaria. E la loro condizione, dal punto di vista del reddito, dei diritti e delle tutele, non è molto dissimile da quella di tanti giovani informatici, o pony express, o commessi in negozi, o in operai di ditte in appalto. Ha spiegato la loro condizione tempo fa su www.rassegna.it una giovane poco più che trentenne, Sabina Morelli. Una ragazza che ha cominciato a studíare col violino quando aveva otto anni. Credeva di poter iniziare una vita professionale ricca di emozioni. Non ha fatto altro che condurre “un continuo peregrinare in cerca di lavoro, passando da un’orchestra all’altra”. Una vita …