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“Passera, l’election day, il caos Pdl Dove nasce la vendetta di Silvio”, da unita.it

Apparentemente sarebbe stata una frase di troppo di Corrado Passera. Ovvero la stigmatizzazione del ritorno di Silvio Berlusconi da parte del ministro dello Sviluppo. «Tutto ciò che può solo fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro, non è un bene per l`Italia. Dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti». Il pollice verso del ministro ha dunque fatto infuriare il Cavaliere, ma è solo l’ultimo atto di quella che per Berlusconi è una sorta di guerriglia continua, in cui deve fronteggiare i suoi (da Meloni a Crosetto a Alemanno fioccano i no al suo ritorno), il Pd che cresce nei sondaggi e un governo a cui vorrebbe staccare la spina. Ma la frase di Passera è solo un pretesto, l’ultimo, tra l’altro. Mettiamo dunque le cose in fila per tracciare il filo rosso a cui è appeso il destino del governo, filo che Berlusconi ha intenzione di strattonare sempre di più, a quanto pare.
Ieri il vertice fiume a Palazzo Grazioli. Dura ore, dopodiché escono i vari Alfano, Gasparri. Facce scure, e silenzio. Nessuno che vuole rilasciare dichiarazioni. Ci sarà una conferenza del segretario, dicono. Ma Alfano diserta e lascia tutti con un freddo comunicato stampa in cui ormai parole come “unità” e “progetti” si svuotano di significato.
In serata, la bomba. Berlusconi annuncia il ri-ritorno. «La situazione oggi – annuncia – è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese». Di più: «Oggi – rincara la dose – l’Italia è sull’orlo del baratro». Il Cavaliere vede nero. Anche «le imprese chiudono», «l’edilizia crolla», «il mercato dell’auto è distrutto». L’unica luce che vede in fondo al tunnel, guarda caso, è la sua. Una costrizione, per come lui stesso vede le cose.
Parole che gelano tutti, financo quel Crosetto che stamattina, dopo l’annuncio del fondatore del Pdl, si trova sbaragliato in Tv e abbandona lo studio perché non sa letteralmente che dire, lasciando spazio alle lacrime.
Le parole del ministro, dunque, non sono che l’ultima goccia per un partito che già trabocca di veleni propri. E che ha degli interessi che vanno oltre il Dl Sviluppo su cui oggi ha disertato la votazione. Uno dei veri nodi per Berlusconi e i suoi fedelissimi è l’election day. Il consiglio dei ministri deve decidere quando stabilire il voto in Lombardia, e per il partito del predellino sarebbe un suicidio votare assieme alle altre regioni. A questo nodo si deve guardare, per capire bene dove nasce l’imboscata e la vendetta di Berlusconi.
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