Giorno: 2 Dicembre 2012

““Una colossale presa in giro” Ecco tutte le menzogne dei Riva”, di Carlo Bonini e Giancarlo Foschini

Il decreto legge obbliga i proprietari dell’Ilva a investire tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro nei prossimi sei anni. Quasi il doppio rispetto a quanto (2,5 miliardi), sostengono di aver speso negli ultimi 17 per rendere migliore l’aria di Taranto. Sono in grado di farlo? E, soprattutto, hanno intenzione di farlo? I documenti allegati all’inchiesta giudiziaria sconsigliano qualunque ottimismo, perché consentono di documentare almeno tre cruciali menzogne dei Riva. Scrive nel luglio di quest’anno il gip Patrizia Todisco: «Ci sono quattro atti di intesa sottoscritti dall’attuale gruppo dirigente del-l’Ilva: il primo dell’8 gennaio del 2003, il secondo del 27 febbraio del 2004, il terzo del 15 dicembre dello stesso anno e il quarto del 23 ottobre del 2006. Basta leggere l’ultimo per rendersi conto della colossale presa in giro: emerge con chiarezza l’assoluta inadeguatezza di quanto realizzato da Ilva in adempimento dei suddetti atti di intesa. Anzi, in realtà, non si comprende nemmeno bene cosa in effetti abbia realizzato se non la presentazione di documenti e piani di interventi solo sulla carta». …

“Le primarie il voto e l’ombra di Monti”, di Eugenio Scalfari

Oggi si vota per la seconda volta alle primarie del Pd il ballottaggio tra Bersani e Renzi. Il segretario di quel partito parte favorito ma la partita è ancora apertissima; ci sono molti votanti giustificati per non aver potuto partecipare al primo turno e non mancano quelli che tra un turno e l’altro possono aver cambiato posizione e quelli che per qualche ragione personale se ne resteranno a casa. Nei ballottaggi talvolta accade. Nel frattempo il duello tra i due contendenti li ha visti dialoganti in una lunga trasmissione televisiva su Rai1 e in altre dove sono apparsi separatamente. I giornali ne hanno ampiamente riferito formulando pagelle e giudizi. Mi ha colpito tra gli altri un articolo sulla “Stampa” di Luca Ricolfi, presentato con un titolo significativo: “Il partito sopravvissuto”. Il senso, così sembra a me, è che il Pd si è rafforzato in queste ultime settimane non per forza propria ma perché gli altri si sono indeboliti o sono addirittura scomparsi. Il Pd è rimasto in piedi e quindi le sue probabilità di vittoria …

“La libertà difesa dalle regole”, di Michele Prospero

Questo gran rumore sulla necessità di riaprire la registrazione per non cadere nell’accusa di voler bloccare d’imperio la partecipazione ai gazebo, dal punto di vista teorico, poggia sul nulla. La pretesa che il corpo elettorale costituisca non un universo dato ma un magma in perenne divenire scalfisce ogni univoca determinazione giuridica. Per definire l’ampiezza reale dei soggetti con diritto di voto, i partiti altro strumento idoneo non hanno che quello di indicare i tempi ragionevoli per effettuare l’iscrizione in calce agli elenchi pubblici. Solo l’avvenuta registrazione certifica il godimento della cittadinanza attiva, direbbe Kant, che conferisce a ciascuno il formale diritto di votare. Pretendere che ai gazebo possano presentarsi folle che non hanno effettuato la preliminare procedura di registrazione è contrario a ogni principio di competizione liberale. È come se un americano chiedesse di votare alle presidenziali francesi o un romano pretendesse di votare per il sindaco di Palermo. La registrazione nelle primarie è l’equivalente della cittadinanza, requisito base senza di cui non si può votare. Il popolo, nelle culture liberali, non è mai una …

“Quei vuoti difficili da riempire”, di Vladimiro Zagrebelsky

Decenni di attività industriale senza riguardo per le regole di protezione della salute e dell’ambiente hanno prodotto un disastro sul terreno e nei corpi di lavoratori dell’Ilva e di abitanti di Taranto. Nemmeno le istituzioni pubbliche ne escono indenni. E nemmeno i sindacati dei lavoratori, se è vero che nel corso degli anni la loro azione è stata timida e inefficace. Il disastro va oltre la dimensione ambientale e sanitaria e, come questa, lascerà ferite difficilmente rimarginabili. Snodi essenziali del sistema andrebbero ripensati, se ce ne fosse la forza e la capacità. Oggi si è davanti al dilemma che oppone salute e lavoro: il pericolo per la salute alla certezza della perdita del lavoro di molti, non solo a Taranto. Una situazione creatasi perché nel tempo si è tollerato che il problema crescesse fino a divenire drammatico. Il riferimento alla tolleranza rinvia alla responsabilità di governi e autorità loca li, che si sono dimostrati incapaci di disciplinare la con dotta dell’azienda. Non sorprenderebbe che quella tolleranza sia stata a lungo alimentata da connivenze, da pratiche …

“Diario dei 15 giorni che sconvolsero il Pd”, di Michele Serra

Dovessimo trarre una morale, da queste primarie ingombranti, vitali, rissose, supermediatiche, è che la sinistra italiana, per anni convinta di essere poco contemporanea, poco telegenica, sfocata, una volta catapultata al centro della scena ci si è ritrovata sorprendentemente a suo agio. Di Renzi si sapeva. Perché è giovane, mastica comunicazione, nasce e cresce in una politica che non è più quel paziente, umile corpo a corpo territoriale dove partiti e sindacati si fecero le ossa: è reality, è web e dunque è (anche) prestazione attoriale, velocità di battuta, idea virale. MA È tutto il resto del cast, nei quindici giorni che sconvolsero il centrosinistra, ad avere retto il ruolo con inattesa destrezza. Protagonisti e pubblico, candidati ed elettori. A cominciare dai dettagli, come quei “marxisti per Tabacci” che hanno rinverdito su internet la potente vena satirica già protagonista della campagna per Pisapia; come la felice icona bersaniana della pompa di benzina (forse, grazie a Edward Hopper, il più bel poster politico degli ultimi anni) che è riuscita a dare dignità estetica, e chi lo avrebbe …