Si celebra oggi la giornata mondiale per la lotta all’Hiv. Nel 2011 due milioni e mezzo di nuovi contagi, in tutto il mondo 34 milioni di sieropositivi. Secondo i dati dell’Amref l’Africa Sub-Sahariana continua a essere la regione più colpita. Molti non hanno accesso alle cure: meno di un terzo delle donne in gravidanza e dei piccoli ricevono l’assistenza di cui hanno bisogno. Capire e conoscere: due semplici avvertenze che possono salvare la vita. Si celebra oggi la Giornata mondiale contro l’Aids. Una malattia contro la quale sono stati fatti molti passi avanti, ma rimane ancora molto da fare. Secondo le cifre comunicate dall’Oms, nel 2011 hanno contratto il virus 2,5 milioni di persone, 700mila in meno rispetto a dieci anni prima, e i morti sono stati 1,7 milioni, 600mila in meno rispetto al 2005. In tutto il mondo i sieropositivi sono circa 34 milioni.
La situazione è migliorata anche per quanto riguarda i contagi dei bambini. I dati Unicef rivelano infatti che il numero di nuovi contagi da Hiv nei bambini è diminuito del 24%, passando da 430mila nel 2009 a 330mila nel 2011. Ma quasi il 90% dei minori sieropositivi vive in appena 22 Paesi, la maggior parte nell’Africa sub-sahariana. Nel 2011 circa 900 bambini ogni giorno sono stati contagiati dall’Hiv, pari a un contagio su sette nuovi a livello globale. E anche se tra il 2010 e dicembre 2011 oltre 100mila bambini in più hanno ricevuto farmaci antiretrovirali, meno di un terzo delle donne in gravidanza e dei piccoli ricevono le cure di cui hanno bisogno, rispetto al 54% degli adulti.
Come ricorda Amref, l’Africa Sub-Sahariana continua a essere la regione più colpita: vi abita il 12% della popolazione mondiale e il 68% di quella sieropositiva, di cui il 60% sono donne. L’Africa ospita anche oltre il 90% di bambini con infezione da Hiv in tutto il mondo.
Secondo Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv dell’Oms, anche se “molti Paesi stanno affrontando difficoltà economiche, riescono ad aumentare l’accesso alle terapie antiretrovirali. L’obiettivo di avere 15 milioni di pazienti trattati nei Paesi in via di sviluppo entro il 2015 sembra più raggiungibile che mai, visto che ora sono 8 milioni le persone trattate e nel 2003 erano solo 400mila”.
E proprio dal punto di vista delle risorse l’Italia è stata ripresa dall’Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids, la rete di 16 ong impegnate contro la pandemia nei Paesi del Sud del mondo. Le dichiarazioni fatte dal presidente del Consiglio, Mario Monti, e dal ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, sull’intenzione di contribuire al Fondo Globale contro l’Aids “rimangono – dice l’Osservatorio – al momento mere enunciazioni, in quanto nessuna delle amministrazioni competenti si è assunta ad oggi la responsabilità di dare loro sostanza. Il ddl stabilità 2013 non contiene alcun riferimento al Fondo Globale, sebbene preveda il rifinanziamento di vari Fondi Multilaterali di Sviluppo”. L’Italia, come precisa l’Osservatorio, deve ancora versare al Fondo i contributi promessi per il 2009 e il 2010, pari a 260 milioni di euro. Considerando che i due terzi del contributo italiano alla lotta contro l’Hiv erano erogati attraverso il Fondo Globale, “l’impegno dell’Italia – conclude l’Osservatorio – per contrastare la pandemia nei Paesi in via di sviluppo si è ora praticamente azzerato”.
da repubblica.it
Pubblicato il 1 Dicembre 2012