“Fecondazione, il governo ricorre contro le donne”, di Caterina Pasolini
Il Governo contro l’Europa. Ha aspettato l’ultimo giorno utile. In silenzio, senza annunci, ha presentato ricorso direttamente in Francia contro la sentenza della Corte europea di Strasburgo. Quella sentenza che il 28 agosto ha condannato l’Italia «per violazione del rispetto della vita familiare», bocciando all’unanimità la legge 40 perché incoerente dal punto di vista legislativo. INCOERENTE poiché consente l’aborto a chi ha malattie genetiche come la fibrosi cistica, ma non l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita e la diagnosi preimpianto che avrebbero evitato questo trauma. Una sentenza europea che dopo le tante italiane, Corte costituzionale compresa, confermava la legittimità della diagnosi preimpianto e che condannava lo Stato a pagare 15 mila euro di danni morali alla coppia malata. Quando la notizia del ricorso nel pomeriggio è arrivata in Italia, è scoppiata subito una polemica dura, netta: tra le accuse di Livia Turco al governo di aver fatto tutto «clandestinamente, senza le richieste spiegazioni in parlamento», e di Giulia Bongiorno del Fli, che lo ha definito senza mezzi termini un «gravissimo errore e un ennesimo schiaffo …