Mese: Novembre 2012

“Il pianto degli uomini forti”, di Adriano Sofri

Troppo. Come nelle tragedie, che fanno congiurare gli dei e il destino finché gli umani ne siano sopraffatti: troppo. Era un mercoledì di intervallo, fra l’annuncio della chiusura e la lusinga del “decreto”. È stato il colpo di grazia. “Usignore ha deciso che per noi è finita!”. Avete un bell’obiettare che non è il Signore, sono i signori. Lo spirito della città greca avrebbe raccontato la giornata come noi non sappiamo. C’erano uomini forti ieri, fermi per ore a fissare un mare tempestoso nel quale battelli sballottati cercavano in tondo il loro compagno, afferrato e inabissato con la cabina della sua gru. Piangevano nascosti l’uno nella spalla dell’altro. «Ieri abbiamo scioperato per avere il diritto di venire al nostro posto di lavoro oggi. Siamo arrivati all’appuntamento con la morte». E’ vicinissima, Samarcanda. Francesco Zaccaria, l’operaio disperso, ha 29 anni — come l’ultimo morto dell’acciaieria, “è l’età nostra, qui” — è di Talsano, ha genitori e fidanzata. La cabina di una gru sta a 40, 50 metri da terra, il mare è profondo 24 metri. «Non …

“La sfida democratica oltre le primarie”, di Michele Ciliberto

Chiunque sia il vincitore, è già possibile esprimere un giudizio obiettivo sulle primarie: si è trattato di una esperienza importante per tutti, a destra e a sinistra – in breve, per la democrazia italiana. È giusto dunque sottolineare il merito del segretario del Pd che le ha fortemente volute e anche il contributo di tutti gli altri competitors. Matteo Renzi è un personaggio che, essendo dotato di carattere e di ambizione, suscita differenti passioni. Ma bisogna sapersi sollevare dallo spirito di parte e da atteggiamenti pregiudiziali, e riconoscere il lavoro che ha fatto per cominciare a ristabilire canali di comunicazioni fra i cittadini e la politica, cominciando a ricostruire nel nostro Paese quella che si chiama «opinione pubblica» e che è un pilastro delle democrazie moderne. Ma proprio perchè si è trattato di un evento importante, le domande che ora si pongono sono queste: perché le primarie hanno avuto un successo così largo, in una situazione di vasta disaffezione dalla politica? E sono sufficienti le primarie per rimotivare e rinsaldare la democrazia italiana? Ricordiamo tutti, …

“La politica miope di chi risparmia sulla scuola”, di Benedetto Vertecchi

Sono trascorsi poco piùdi quarant’anni dalla pubblicazione, nel 1971, di Descolarizzare la società, il saggio in cui Ivan Illich tratteggiava uno scenario caratterizzato dalla progressiva riduzione della presenza della scuola nel mondo contemporaneo. All’educazione scolastica si sarebbero sostituite altre forme di comunicazione, tramite le quali sarebbe stato assicurato il passaggio dei repertori di conoscenze dalle generazioni più anziane verso quelle più giovani. Il libro di Illich suscitò un dibattito molto vivace, che periodicamente si riaccende quando le politiche scolastiche dei diversi Paesi lasciano intravedere scelte che vanno nella direzione della descolarizzazione o in quella della ripresa e dell’adeguamento dell’idea di scuola e delle pratiche dell’educazione al presentarsi di nuove esigenze. La prima posizione, quella favorevole alla descolarizzazione, trovò maggiore consenso dove prevalevano politiche di conservazione, o esplicitamente reazionarie. Le proposte di Illich furono considerate l’inizio di una nuova stagione educativa in Paesi (per esempio, nell’America latina) in cui il sistema scolastico era del tutto insufficiente, ma nei quali non c’era alcuna propensione ad un maggiore impegno di risorse per l’istruzione. L’atteggiamento nei Paesi che avevano …

“Razzismo. Dalle piazze ai parlamenti la crisi accende l’odio per i diversi”, di Gad Lerner

Viene la tentazione di minimizzare: in fondo saranno degli antisemiti per finta quei tifosi che si scagliano contro altri tifosi ebrei per finta? Non sarà, il loro razzismo, solo un pretesto per scandalizzarci, ovvero la più trasgressiva delle ragazzate possibili? Com’è ovvio ci sono ebrei tifosi della squadra di calcio Lazio. Magari anche perché, come ricordava uno di loro, Danco Singer, in una lettera a questo giornale, la Lazio indossa in campo gli stessi colori della bandiera israeliana. Quanto agli ultràs laziali (e romanisti), non risulta che prendano abitualmente di mira persone o sedi della Comunità ebraica della capitale. Invece, guarda un po’, si sono coalizzati per aggredire i tifosi del Tottenham in trasferta; cioè dei cittadini inglesi per lo più non ebrei ma che a loro volta trovano suggestivo identificarsi nello stereotipo yids – giudei – allo scopo di rovesciarne la carica dispregiativa. Per colmo di confusione nazionalistica, allo stadio Olimpico, dove si fronteggiavano una squadra italiana e una squadra inglese, altri sciagurati hanno pensato di insultare il Tottenham inneggiando al tedesco Hitler e …

“Oggi decisione storica Palestina, le incognite del voto Onu”, di Maurizio Molinari

La risoluzione che oggi trasformerà la Palestina in Stato non-membro delle Nazioni Unite è un evento spartiacque in Medio Oriente. I motivi sono tre: l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha un nuovo status giuridico, il suo presidente Mahmud Abbas assume il ruolo di protagonista regionale e gli accordi di pace di Oslo del 1993 vengono indeboliti se non delegittimati. Forte del sostegno di 132 Stati su 193, l’Anp si avvia a raccogliere nell’Assemblea Generale dell’Onu ben oltre i 97 voti necessari grazie ai quali la Palestina viene dichiarata Stato osservatore – come la Santa Sede – assumendo la legittimità internazionale perseguita dall’Olp di Yasser Arafat sin dalla dichiarazione di Algeri del 15 novembre 1988, con la conseguenza di poter aderire a Trattati, Corti e Convenzioni a cominciare dal Tribunale penale internazionale. Poiché il testo della risoluzione fa riferimento a «Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est» ciò significa che l’Onu riconosce l’esistenza di uno Stato di Palestina entro i confini anteriori al giugno 1967 proprio come recita la Dichiarazione d’indipendenza palestinese – a prescindere dal raggiungimento di un …

“Bersani: politica non solo per ricchi”, di Simone Collini

Essere se stessi fino in fondo «Il confronto? Con gli operai». La «ditta» rimane in testa ai pensieri del leader Pd che vede nelle primarie uno strumento per «rompere il muro che si è creato tra cittadini e politica». Facciamo ‘sto confronto. A che ora è domani con i lavoratori di Piombino?». Ecco, è tutto in quest’uscita di poco precedente l’inizio della trasmissione su Rai 1 Pier Luigi Bersani. Il sigaro Toscano tra le labbra, l’aria di chi già pensa ad altro prima ancora che si accendano le luci degli studi Dear. All’incontro di stamattina con i lavoratori delle acciaierie di Piombino, dove ci sono seimila posti in bilico, per esempio. O all’iniziativa di stasera al Teatro Politeama di Napoli per discutere insieme a Nichi Vendola di lavoro, diritti, Mezzogiorno, che dovrebbe garantire al leader del Pd una bella fetta di quel 15% incassato dal leader di Sel al primo turno. O alle tappe di domani in Toscana, per strappare consensi a Matteo Renzi laddove domenica scorsa è andato meglio. O, ancora, alla chiusura della …

Salute, Errani: “diritto primario basta con i tagli”, di Laura Matteucci

«Siamo d’accordo con il presidente Monti, così com’è la situazione è insostenibile. Con queste risorse non ci sono le condizioni per fare un Patto sulla salute». Il presidente della conferenza delle Regioni e presidente dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani, «approfitta» delle parole di Monti sulla sostenibilità della sanità pubblica per rilanciare l’allarme sulle risorse e recapitare al governo un messaggio chiaro: «La sanità è un diritto fondamentale, e il finanziamento di un sistema universalistico è fondato sulla fiscalità generale dice Siamo uno dei Paesi in Europa che spende meno in sanità. Quello che chiediamo è che ci sia almeno la parità di risorse tra il 2012 e il 2013. È la prima volta che succede nella storia che si riduce di un miliardo la cifra assoluta, reale». RIPRISTINARE IL PATTO Il taglio nella legge di Stabilità per il comparto della sanità, in realtà, è di 600 milioni, ma il conto complessivo arriva poi a un miliardo: si passa dai 107,88 miliardi del 2012 ai 106,82 del 2013. «Siamo ». La partita adesso si gioca a colpi di …