attualità, partito democratico

“Con Bersani riformista sul serio”, di Marina Sereni

Devo dire che mi provoca una grande tristezza (e un po’ di rabbia) vedere nelle ultime ore di campagna prima del ballottaggio di domenica una polemica accesa di nuovo sulle regole e sulla platea elettorale. Matteo Renzi e il suo comitato stanno invitando, o meglio incitando, persone che avrebbero potuto benissimo registrarsi prima del 25 a farlo ora, quando non e’ più possibile se non per situazioni eccezionali. Sin dall’inizio il coordinamento nazionale, ha deciso, anche sulla base del parere di autorevoli giuristi, che la platea elettorale non possa cambiare tra il primo e il secondo turno. E che nuove registrazioni potessero essere accolte solo in casi eccezionali per coloro che, nei ventuno giorni precedenti il 25 Novembre, fossero stati davvero nella impossibilità di iscriversi. Ognuno di noi in queste ore riceve telefonate di amici o conoscenti che avrebbero piacere di partecipare. La vulgata secondo cui quelli che vogliono registrarsi ora sarebbero tutti per Renzi e’ dunque una emerita sciocchezza. Ma, mentre noi rispondiamo che le regole sono stabilite e non si possono cambiare in corsa, Renzi e i suoi alimentano una campagna di disinformazione, sostenuta tra l’altro da un avviso a pagamento (molto costoso, a nostro parere) non firmato, apparentemente neutro ma in realtà riconducibile alla Fondazione renziana Big Bang. Non so fino a dove vorranno portare questo tentativo di forzare le regole. So che si rischia concretamente di rovinare un risultato straordinario – tre milioni e duecentomila cittadini che hanno fatto la fila e pagato i loro due euro, un confronto tra i candidati basato sui programmi e le proposte, un’attenzione alla politica e al centrosinistra come non si vedeva da tempo. A chi conviene sporcare questo risultato? In ogni competizione ci sono anche le asprezze e qualche colpo basso. Ma bisogna sapere quando fermarsi se si crede nella democrazia. La democrazia e’ fatta di partecipazione e di regole, non si da’ la prima senza le seconde. Ed e’ ben strano che chi corre per la candidatura a premier – dovendo dimostrare agli elettori e a chi ci guarda dall’esterno che saprà rispetterà gli impegni con l’Europa e tenere insieme la coalizione – non riesca neppure a rispettare il patto con gli altri competitori e le regole decise tutti insieme.
In ogni caso noi cercheremo di spendere le prossime ore per richiamare i contenuti, le proposte, per mettere in evidenza l’autorevolezza, la credibilità, l’esperienza di Bersani. Il fatto che Tabacci da un lato e Vendola dall’altro abbiano dichiarato il loro voto per Pierluigi e’ una conferma del nostro giudizio: serve una figura che archivi sia la stagione dell’Unione sia quella dell’autosufficienza. Serve un progetto politico riformista, democratico, di centrosinistra.
La vittoria di Bersani alle primarie e’ l’unica garanzia per poterci candidare a governare e a cambiare il Paese. Nulla e’ scontato ma intanto lavoriamo serenamente perché chi ha già votato Bersani, e chi aveva preferito al primo turno un altra candidatura, possa tornare ai seggi e regalarci di nuovo un’altra giornata di festa democratica.
da www.areadem.info