Giorno: 27 Novembre 2012

“Una prova per il governo”, di Patrizio Bianchi

Dopo averlo a lungo predisposta è arrivata la svolta per l’Ilva. Ancora una volta siamo arrivati al baratro, senza essere capaci di mettere in atto nessuna azione effettiva per reindirizzare le condotte della società e nel contempo per avviare quel piano di bonifica dell’impianto – e più in generale del contesto urbano – che avrebbe potuto costituire una occasione per dimostrare che l’intero Paese si poneva sulla via di una economia sostenibile. E questo sia dal punto di vista ambientale che sociale. La richiesta di un incontro urgente a Monti fa tuttavia il paio con la richiesta rivolta al governo di delineare una linea di politica industriale che ci porti fuori da una crisi, che sta colpendo il Paese. Il governo è intervenuto con mano durissima sulla vita dei cittadini, prima con l’intervento sulle pensioni, poi con le norme sul lavoro, poi con i continui tagli alla spesa pubblica, in particolare agli enti locali, che stanno portando a riduzioni vere dei servizi alle persone, e specialmente alle fasce più deboli della nostra società, già segnate …

Femminicidio: la strategia delle “4 P”, di Federica Resta

Il “diritto di avere diritti”: così Hannah Arendt definiva, con parole che oggi danno il titolo all’ultimo libro di Stefano Rodotà, la dignità. Quel bene prezioso, che dà senso al sistema dei diritti e che, non a caso, apre la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Eppure, mai come nel caso delle donne questo valore fondamentale è quotidianamente violato con atti di discriminazione e violenza. Atti per i quali il pensiero giuridico contemporaneo ha coniato la definizione di “femminicidio”, utilizzata peraltro nella sentenza Campo Algodonero emessa dalla Corte interamericana per i diritti umani nel 2009 e che dà oggi il titolo a un importantissimo disegno di legge presentato a luglio scorso dalla senatrice Anna Serafini (“Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”, che prevede anche la ratifica della Convenzione di Istanbul). Nella consapevolezza del carattere ormai “strutturale” di un fenomeno – quale quello del femminicidio – che nega la stessa soggettività della donna (di ogni donna), il disegno di legge rifiuta ogni logica riduzionista, che pretenda cioè di ridurre …

“Un colpo alla credibilità del Paese”, di Paolo Baroni

Con l’Ilva che si ferma, e con lei una quota rilevantissima della produzione siderurgica italiana che viene azzerata, la crisi di Taranto supera definitivamente il livello di guardia. I sindacati la chiamano «la catastrofe»: 12 mila addetti a spasso che diventano 25 mila contando anche gli stabilimenti di Genova, Novi Ligure, Racconigi e Marghera e tutto l’indotto. Un colpo per queste realtà, ma anche per l’intera industria nazionale e per certi versi anche alla credibilità del Paese. Schiacciata tra ingiunzione della magistratura, inchieste e nuovi arresti, un’opera di risanamento ambientale tanto indifferibile quando ciclopica ed una situazione politica e sociale pericolosissima, a Taranto ora – come racconta Guido Ruotolo nelle sue cronache – si rischia una vera e propria guerra civile. Uno scontro violento che va ben oltre la contrapposizione di questi ultimi tempi (ma anche di questi ultimi anni) tra lavoro e salute delle popolazioni. Un problema troppo grande ora da affrontare, per le dimensioni di quest’impianto, l’acciaieria più grande d’Europa, e troppo a lungo sottovalutato, dai governi come pure dagli enti locali. Ora …

“La scommessa del Pd più grande”, di Claudio Sardo

Dal primo turno delle primarie sono usciti due vincitori. Anzi tre: la candidatura del Pd a guidare il governo del dopo Monti ora è più forte. I tre milioni e passa di cittadini in fila per votare hanno modificato il panorama politico. Guai, tuttavia, a illudersi che la strada per il centrosinistra sia in discesa. I due vincitori – Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi – non hanno davanti soltanto una settimana di fuoco, ma anche complicati nodi politici da sciogliere nelle settimane venture. Bersani ha superato Renzi di 10 punti percentuali. La sua vittoria non sta soltanto nel successo di partecipazione, che ha permesso al Pd di guadagnare consensi potenziali e di fornirgli buoni argomenti contro chi grida che «i partiti che sono tutti uguali». I sondaggi della vigilia rilanciati dai giornali e dal web annunciavano che, oltre i tre milioni di votanti, Renzi avrebbe raggiunto o addirittura sorpassato il segretario. Invece Bersani ha prevalso, ottenendo i migliori risultati nelle grandi città (tranne Firenze), dove è solitamente più forte il voto d’opinione. Un consenso, …