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La rabbia dei docenti per la frase del premier “La scuola è al collasso”, di Corrado Zunino

L’ultima uscita del professor Mario Monti più che una gaffe sembra un intimo pensiero, ora pubblico. «In alcune sfere del personale della scuola», ha detto il presidente del Consiglio domenica sera in teda Fabio Fazio, «c’è grande spirito conservatore e grande indisponibilità a fare anche due ore in più la settimana, avrebbero permesso di liberare risorse per fare politiche didattiche. Non esiste il mito bontà-durezza», e qui Monti è sembrato alludere alla frase del bastone e la carota usata dal suo ministro Francesco Profumo, «gli studenti fanno bene a manifestare il loro dissenso, ma i corporativismi spesso usano i giovani per perpetuarsi, per non adeguarsi a un mondo più moderno». Gli insegnanti, ín 43 secondi di diretta Rai, sono diventati un esempio di freno alla modernizzazione e alla produttività, pronti a usare i loro studenti per mantenere privilegi. Non poteva che deflagrare, la bomba, visto che dall’U ottobre scorso -dopo un’intervista del ministro Profumo con Repubblica in cui si rivelava il progetto di riforma i docenti tutti hanno iniziato a contrastare l’articolo della Legge di stabilità che prevedeva l’aumento di sei ore la setti-, mana (sei ore, non due) a parità di stipendio e in cambio di due settimane di ferie extra. Dopo un mese e mezzo di marce anti-Profumo, sit-in al ministero e mail bombing i “prof’ hanno vinto: niente sei ore in più. Ma l’affondo montiano, domenica, ha riaperto la ferita. In tempi rapidi gli insegnanti italiani hanno costruito in rete un documento unitario. Questo: «La proposta del ministro Profumo era di aumentare le ore di lavoro frontale dei docenti da 18 a 24, il 33% in più. Di fatto, le ore richieste erano almeno dodici perché a ogni lavoro frontale corrisponde un lavoro sommerso di pari intensità. Senza essere tecnici della scuola è facile capire che se con un orario di 18 ore un docente ha quattro classi, con 24 ore ne avrebbe avute sei. Si continua impunemente a misurare ìl nostro lavoro in termini di presenza a scuola, come se si misurasse il lavoro degli avvocati solo con la loro presenza in tribunale, oppure il suo lavoro, caro Fabio Fazio hanno scritto rivolgendosi al conduttore di” Che temp o che fa” con la sua presenza in studio». Le sei ore plus, tra l’altro, «produrrebbero un importante taglio di posti di lavoro peri precari: naturale ci sia stata una indisponibilità dei docenti a questa stupidaggine economica». Un insegnante di una scuola superiore ha scritto: «Questa è una visione contabile della scuola, cominciata con la Gelmini e proseguita da presunti tecnici che odiano tutto ciò che è pubblico». Ancora: «Dopo più di trent’anni di servizio guadagno 1.800 euro a fronte dei 3.000 euro dei colleghi danesi e inglesi, che lavorano quanto noi». Così la “prof” GiuliaFilauro: «Insegno da sei anni, devo pagarele fotocopie, ii sap one e alle volte i libri dei miei alunni, lo stipendio mi è arrivato a metà e faccio parte della casta?». Il sindacato della scuola, che da tempo ha disseppellito il conflitto (sostenuto da larga parte del Pd), è andato giù duro anche con Monti: «Il presupposto che i nostri docenti lavorino poco e male è falso. Nel suo governo c’è un carattere autoritario, espressione dei banchieri e dei poteri forti che intendono privatizzare l’istruzione pubblica», ha detto Domenica Pantaleo, segretario della Cgil-Flc: «Iveri conservatori sono Monti e Profumo, stanno portando il sistema d’istruzione al fallimento sociale». La classe docente, che pesa sul voto, è schierata da tempo contro il governo Monti. Così gli studenti organizzati, di sinistra e di destra. I moderati della Rete degli studenti hanno detto: «Le parole delprimo ministro, professore alla Bocconi, sono completamente scollegate dal mondo del reale».
La Repubblica 27.11.12
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Monti: «Insegnanti conservatori». Scoppia la polemica sul web. Protesta dei professori contro le parole del premier a Che tempo che fa
Docenti «indignati» per le dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione televisiva Che tempo che fa di Fabio Fazio dal presidente del Consiglio,Mario Monti, secondo cui «in alcune sfere del personale della scuola c’è grande conservatorismo ed indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana che avrebbero permesso di aumentare la produttività» e «i corporativismi spesso usano anche i giovani per perpetuarsi». Subito dopo aver sentito in tv le parole del premier, gli insegnanti di tutta Italia si sono messi in contatto tra loro attraverso la rete, hanno invaso con centinaia di commenti la bacheca della pagina Facebook di Che tempo che fa ed hanno predisposto un documento unitario che, sempre grazie a Internet, in poche ore ha fatto il giro del Paese.
La protesta degli insegnanti. «La proposta del ministro Profumo – ricordano i docenti nel documento, rilanciato, tra l’altro, anche dal Coordinamento scuole di Pescara – era di aumentare le ore di lavoro frontale dei docenti da 18 a 24. Non due ore come sostenuto da Monti. Sei ore in più rappresentano il 33% di 18 ore. Di fatto, le ore in più richieste non erano sei, ma almeno il doppio, perchè ad ogni ora di lavoro frontale corrisponde un lavoro sommerso che è almeno pari se non maggiore».
« Senza essere dei tecnici della scuola – prosegue la lettera – è facile capire che se con un orario di 18 ore un docente ha, in media, quattro classi, con 24 ore ne avrebbe sei, il che rappresenta non un incremento del 33%, ma del 50%. Si continua impunemente a misurare il lavoro dei docenti in termini di presenza a scuola, come se si misurasse il lavoro degli avvocati solo con la loro presenza in tribunale, oppure il suo lavoro, caro Fabio Fazio – scrivono gli insegnanti rivolgendosi al conduttore – con la sua presenza in studio».
« Strumentale è stato Monti nel ridurre l’opposizione sociale che cresce nel mondo della scuola soltanto alla questione delle ore. Monti, quello che straparla sempre di crescita – si legge ancora – ha avuto anche il coraggio di presentare come conservatore il rifiuto dei docenti di incrementare l’orario di lavoro. Un incremento che produrrebbe un importante taglio di posti di lavoro (ai precari). Certo che c’è stata una indisponibilità dei docenti a questa stupidaggine economica», concludono i docenti.
Il Messaggero 27.11.12
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Monti e il caso dei «prof conservatori». Gli insegnanti rispondono al premier. «Guardi i colleghi universitari», di Mariolina Iossa
Il premier Monti da Fazio a «Che tempo che fa» dice di aver trovato nella scuola, parlando degli insegnanti, «grande conservatorismo e indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana che avrebbero permesso di aumentare la produttività». Si rammarica, il presidente del Consiglio, che «i corporativismi spesso usano anche i giovani per perpetuarsi». Gli dà ragione il capo dello Stato Giorgio Napolitano, lo dice al Quirinale ricevendo i nuovi Cavalieri del lavoro, che nella scuola «non si può restare prigionieri di conservatorismi e corporativismi, come proprio ieri ha sottolineato il presidente Monti». Anche se poi aggiunge che lo Stato deve fare di più «per la scuola e soprattutto per l’università e la ricerca».
Corporativi? Conservatori? Di qualunque idea politica siano gli insegnanti, ieri in massa, si sono rivoltati a queste parole. Come del resto hanno fatto sindacati e partiti politici, dal Pd al Pdl. Hanno scritto, indignati, i loro commenti sul profilo Facebook della trasmissione di Fazio. Hanno criticato duramente anche Fazio che non ha concesso un contradditorio, e pretendono adesso che questo torto venga riparato, chiedono di andare in studio a spiegare le loro ragioni.
I commenti su Facebook sono un fiume in piena. Scrivono i professori che quelle di Monti sono «affermazioni false e diffamatorie: le ore pretese erano 6 e non 2, differenza non certo irrilevante». Inoltre, «quale categoria, per giunta mal pagata, con contratto nazionale e stipendi bloccati dal 2009 (e secondo la legge di stabilità resteranno bloccati fino al 2014), accetterebbe di lavorare 6 ore in più a settimana, ovvero il 33 per cento in più a stipendio invariato?». E ancora: «Come si fa a pensare di aver ragione quando si scavalca il contratto nazionale e si vuole cambiare il rapporto di lavoro unilateralmente, senza contrattazione, senza uno straccio di tavolo, con una legge d’emergenza?».
«Lasci da parte gli odiosi luoghi comuni — dice Francesco Scrima, Cisl —. Non chieda solo alla scuola di dare al Paese ma ci dica anche che cosa il Paese intende dare alla scuola». «Parole offensive e gravissime — commenta Mimmo Pantaleo, Cgil — che confermano il carattere autoritario e liberista del governo Monti, espressione dei banchieri e dei poteri forti». «Il governo si impegni per i veri corporativismi che non sono stati toccati», ribatte Massimo Di Menna, Uil. E Rino Di Meglio, Gilda: «Prima di accusare gli insegnanti di corporativismo conservatore Monti dovrebbe chiedere lo stesso sacrificio ai suoi colleghi universitari».
S’indignano anche gli studenti, che in questi giorni occupano le scuole, spesso protestando accanto ai loro insegnanti. «Il presidente del Consiglio farebbe bene a chiedersi perché scendiamo in piazza a protestare. Non siamo manipolati dai docenti ma vediamo e subiamo sulla nostra pelle lo sfascio della scuola italiana», dicono Udu e Rete degli studenti.
Il Corriere della Sera 27.11.12

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