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“In aumento la violenza sulle donne. Per l’85% il colpevole è il partner. Severino: Quest’anno 120 femminicidi”, da la stampa.it

Sono in aumento le violenze contro le donne all’interno di rapporti sentimentali. Secondo le anticipazioni dei dati 2012 di Telefono Rosa, diffusi alla vigilia della Giornata contro la violenza alle donne di domenica 25 novembre, questo tipo di abusi ha raggiunto l’85% di tutte le violenze, il 3% in più del 2011. Questo dato – commenta l’associazione – «dimostra l’urgenza di ripartire dalle relazione donna-uomo, proprio gli uomini inizino davvero a farsi carico di questa vera e propria tragedia». Gli strumenti per combattere il fenomeno della violenza sulle donne ci sono nel nostro ordinamento, ma «se molti passi in avanti sono stati fatti, bisogna andare oltre, con la ratifica della Convenzione di Istanbul, prevista in Senato nei prossimi giorni, e che spero abbia un percorso accelerato, entro la fine della legislatura». A parlare è il guardasigilli, Paola Severino, intervenuta a Uno Mattina in vista della celebrazione, domenica prossima, della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. I `femminicidi´, dall’inizio di quest’anno, in Italia, sono già 120. «Il problema – aggiunge il ministro – riguarda la cultura degli uomini, radicata nel senso del possesso e le donne spesso non reagiscono per vergogna e perché credono che l’amore prevalga. Invece bisogna creare una cultura dell’antiviolenza».
Di fronte allo stalking, «la perseguilità d’ufficio, in alcuni casi, può essere una soluzione». Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino ospite di Uno Mattina in una puntata dedicata alla Giornata Internazionale sulla violenza contro le donne indetta dalle Nazioni Unite per domenica 25. Il ministro ha spiegano che «il ragionamento che si faceva un tempo e che ha condotto alla perseguibilità a querela è che deve essere la donna a poter decidere se sottoporre al giudice la violenza, per evitare quelle ulteriori violenze post violenza fisica che derivano comunque da un’indagine giudiziaria». Inoltre «il nostro legislatore è già intervenuto prevedendo delle querele irretrattabili. Certo la perseguibilità d’ufficio in alcuni casi servirebbe a consentire che il vicino di casa che vede, constatata le violenze, possa intervenire con una propria denuncia».
Non facile, sottolinea, è mettere a punto strumenti di prevenzione: «dobbiamo suggerire alle donne di restare sempre in contatto con i centri antiviolenza e le forze di polizia. Stiamo lavorando a banche dati, ne parlo spesso con il ministro Cancellieri e anche il ministro Fornero è attivata su questo fronte. Dobbiamo insegnare alle donne a costruire la prova della violenza subita, perché spesso ciò che accade non è visibile, perché si tratta di minacce». L’inasprimento delle pene, aggiunge il guardasigilli, «può essere un segnale importante, ma fondamentale è l’applicazione della pena. Le nostre leggi prevedono già aggravanti. Le norme le abbiamo, stiamo meglio di quanto si pensi». In particolare, Severino ricorda l’intervento del legislatore nel prevedere «querele che non possono essere ritrattate»; inoltre, rileva come in alcuni casi «la perseguibilità d’ufficio possa essere una soluzione: servirebbe a far sì – conclude il ministro – che anche un vicino di casa possa intervenire con una denuncia a sostegno della donna vittima di violenza».
I n apertura della conferenza organizzata alla Camera dei Deputati su «Violenza sulle donne – verso la ratifica della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa» Gabriella Battaini Dragoni, vice Segretaria Generale del Consiglio d’Europa, ha detto che «ci sono terrificanti. Bisogna intervenire prima che la situazione precipiti. In Italia sono mediamente 120 le donne che ogni anno vengono uccise dalla violenza. Una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della proprio vita e non lo dimenticherà più». «Lo shock la perseguitera’ per sempre e condizionerà la sua vita di donna, di moglie, di madre e di lavoratrice. Purtroppo la colpa non è solo del criminale ma anche del silenzio della società. Talvolta delle donne stesse che tacciono per paura o per non mandare in prigione il padre dei propri figli», ha aggiunto Battaini Dragoni parlando al seminario presieduto dall’On. Luigi Vitali, presidente della delegazione parlamentare italiana all’Assemblea di Strasburgo.
L’On. Deborah Bergamini, che, assieme all’On. Federica Mogherini, ha organizzato l’iniziativa, ha spiegato che «La violenza sulla donna costa 50 miliardi di euro agli 800 milioni di cittadini dei Paesi che aderiscono al Consiglio d’Europa, cioè una tassa che pesa per 55 euro l’anno a ciascuno di noi. Se la donna fosse libera dalla paura ne beneficerebbe anche l’uomo».
La conferenza è stata inaugurata dal ministro delle Politiche sociali Elsa Fornero, che il 27 settembre scorso a Strasburgo ha firmato la Convenzione del Consiglio d’Europa a nome del governo e adesso sollecita il parlamento a ratificare la Convenzione di Istanbul perché le norme contenute, molto importanti per la tutela delle donne, diventino presto legge delle stato. Il ministro ha ribadito che quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa, senza confini di ambiente, religione, censo, cultura e nazionalità
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